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Da WikiFoligno.
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[[File:ArmeSalimbeni.png|thumb|180px|Stemma della famiglia Salimbeni|right]]
[[File:StemmaFoligno01.jpg|180px|right]]
Bianchina Trinci, figlia di Ugolino II Trinci e Vittoria da Montemarte, sorella di Trincia e Corrado II, sposata con Giovanni Bottone Salimbeni di Siena, ebbe un'intima amicizia con Caterina di Jacopo di Benincasa, la futura Santa Caterina da Siena.<br>
Foligno (Fulginia, Fulginium o Fulginiae in latino, Fuligno in dialetto folignate) è la terza città dell'Umbria, è situata a 234 m. sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere. Il comune di Foligno si trova in provincia di Perugia e conta 55.609<ref><small>Al 1° gennaio 2020</small></ref> abitanti. La città di Foligno è il centro commerciale e industriale più ricco e importante della Valle Umbra e, per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione. Patrono della città è San Feliciano, compatrona la Madonna del Pianto. Nel 1997 la città è stata colpita, insieme ad una vasta zona lungo il confine tra Umbria e Marche, da un prolungato sciame sismico che ha seriamente danneggiato la città e le frazioni di montagna. La successiva ricostruzione, seguita da una lunga e complessa opera di riqualificazione del centro urbano, hanno fatto per lunghi anni di Foligno un cantiere a cielo aperto.
Alcuni storici e studiosi hanno avanzato l'ipotesi, in realtà piuttosto concreta, che a insegnare a scrivere a Caterina, in età adulta, sia stata proprio Bianchina Trinci.
Nonostante gli innumerevoli disagi, è opinione comune che Foligno oggi sia più bella che mai.<br>


== Santa Caterina da Siena ==
[[File:SantaCaterina02.jpg|180px|left]]
Caterina di Jacopo di Benincasa, conosciuta come Caterina da Siena (Siena, 25 marzo 1347 – Roma, 29 aprile 1380), è stata una religiosa, teologa, filosofa e mistica italiana. Venerata come santa, fu canonizzata da Pio II nel 1461; nel 1970 è stata dichiarata dottore della Chiesa da Paolo VI. È patrona d'Italia insieme a san Francesco d'Assisi e compatrona d'Europa.<br>
Nel 1363 entrò nell'ordine delle Terziarie domenicane, note a Siena con il nome di "Mantellate". Caterina, che non sapeva né leggere né scrivere, chiese a una consorella più istruita di insegnarle quel tanto che bastava, ma non ne ricavò nulla.<br>
Nell'ottobre del 1370 i fratelli della santa si trasferirono a Firenze e, dopo alcuni mesi di residenza, chiesero di ottenere la cittadinanza fiorentina. In pratica la famiglia di Jacopo e Lapa si sfaldò, ma Lapa decise di restare con Caterina. Da allora Caterina iniziò a essere accompagnata dalla “''Bella brigata''”, un gruppo di uomini e donne che la seguivano, la sorvegliavano nelle sue lunghe estasi, l'aiutavano in ogni modo nelle attività caritative e anche nella corrispondenza che gente di ogni parte intratteneva con lei.<br>
Caterina da Siena iniziò un'attività di corrispondenza, avvalendosi di membri della brigata a cui dettava le sue lettere. Ne scrisse circa 300, durante gli ultimi dieci anni (1370-1380) della sua vita. Questo ricco epistolario affrontava problemi e temi sia di vita religiosa che di vita sociale di ogni classe, e anche problemi morali e politici che interessavano tutta la Chiesa, l'impero, i regni e gli Stati dell'Europa trecentesca. Caterina scrisse anche a personalità importanti dell'epoca. Su questi interessi qualcuno esprimeva giudizi critici, per questo Caterina dovette presentarsi al Capitolo dell'Ordine Domenicano, che si tenne a Firenze nel 1374. C'era chi accusava Caterina di tendenza a un protagonismo fuori degli schemi tradizionali, che non competevano certo a una donna, per di più popolana e non colta. Al Capitolo non fu trovata in Caterina nessuna colpa ma, riconoscendo la singolarità del suo caso, i Padri preferirono prendere una decisione eccezionale: le assegnarono un confessore personale, il quale fosse sua guida e garante del suo spirito domenicano; a questo compito fu assegnato fra Raimondo da Capua. <br>
Rientrata a Siena da Firenze, Caterina fu impegnata ad assistere gli ammalati, colpiti da una delle frequenti epidemie di quel tempo. Intanto due dei suoi precedenti discepoli e confessori, trasferiti a Pisa, diffusero in quella città la sua fama tanto che Piero Gambacorti, il signore di quella città, invitò Caterina a Pisa. Caterina accettò quell'invito e vi si recò nei primi mesi del 1375. Secondo la tradizione qui, nella domenica delle Palme, nella chiesa di Santa Cristina, davanti a un crocifisso oggi nel santuario Cateriniano, Caterina ricevette le stigmate, che però su richiesta della santa rimasero a tutti invisibili. <br>
[[File:SantaCaterina03.jpg|180px|right]]
Caterina fu oggetto di fenomeni mistici caratterizzati da visioni. Secondo i racconti del suo confessore, già all'età di sei anni ella si sarebbe rifugiata in un eremo per soddisfare il suo desiderio di consacrarsi. Durante una notte di carnevale del 1367 le apparve Cristo accompagnato dalla Vergine e da una folla di santi, e le donò un anello visibile solo a lei, sposandola misticamente. Dopo essere stata accolta dalle Mantellate, frequenti furono le sue estasi presso la chiesa del convento dedicata a san Domenico. Qui stava ritirata in preghiera e qui aveva frequenti colloqui familiari con Gesù Cristo, suo mistico sposo. Sono annoverate frequenti estasi da lei avute mentre rimaneva appoggiata a un pilastro ottagonale della chiesa.<br>
Secondo la tradizione, durante gli ultimi giorni della sua vita ci furono continue visite dei figli spirituali e a ciascuno di essi, dopo le comuni raccomandazioni, lei comunicava ciò che dovevano fare successivamente nella vita. La mattina della domenica dopo l'Ascensione, il 29 aprile 1380, prima dell'alba, fu notato in lei un grande mutamento, che fece pensare all'avvicinarsi della sua ultima ora. Il suo respiro diventò così fievole che fu deciso di darle l'Unzione degli infermi. Durante le sue ultime ore più volte chiamò "Sangue! Sangue!". E infine disse: "Padre, nelle tue mani raccomando l'anima e lo spirito mio". Spirò quella domenica 29 aprile del 1380, poco prima di mezzogiorno. <br>
Caterina ha lasciato un epistolario di 381 lettere, una raccolta di 26 preghiere e il "Dialogo della Divina Provvidenza". Molte delle opere di Caterina sono state dettate, anche se Caterina divenne capace di scrivere e scrisse alcune lettere di suo pugno.<br>
Alla morte di Caterina i suoi discepoli raccolsero le sue lettere. Il teologo Tommaso Caffarini, incaricato delle trattative per la canonizzazione di Caterina, fu autore della raccolta considerata ufficiale. Le Lettere riscossero fin da subito un enorme successo. L'editio princeps, curata da Bartolomeo Alzano, fu data alle stampe da Aldo Manuzio a Venezia nel 1500. La raccolta, comprendente 353 lettere, fu più volte ristampata nel corso del '500. Nell'edizione del 1860 Niccolò Tommaseo tentò di restituire alle Lettere l'ordine cronologico e le corredò di un apparato di note molto apprezzato dagli studiosi sia dal punto di vista storico che sotto il profilo linguistico-letterario.<br>


== Da Bianchina Trinci alla Rocca di Tentennano==
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
Bianchina Trinci sposò Giovanni Bottone di Agnolino Salimbeni, nobilissima famiglia senese, ed ebbe tre figli: Angelo, che fu Podestà in varie città dìItalia, tra cui anche Foligno (1381), Isa, sposa di un non meglio precisato Paolo Trinci, e Benedetta, due volte sposa e due volte vedova.<br>
|- style="text-align:center;"
Giovanni Bottone morì nel 1367, a seguito di un incidente, in cui rimase schiacciato dal peso del proprio cavallo, mentre tornava da Siena a Rocca Salimbeni.<br>
| colspan="4" style= "background-color: #6891bb;" | <big>'''Foligno'''</big>
La lettera n° 111 di Santa Caterina era indirizzata proprio "''A monna Biancina donna che fu di Giovanni d’Agnolino Salimbeni''". Nell'introduzione Caterina si accalora nel sostenere che noi non dobbiamo far dipendere la nostra vita, fisica, ancor più spirituale, dal senso di possesso dei beni e degli affetti terreni; poi si rivolge direttamente a Bianchina con un tono di forte esortazione, convincendola ad abbandonarsi a Dio, ai suoi disegni: egli è sommo in tutto:
|-
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 5px;">
| colspan="4" | [[File:Spqf.jpg|x64px]]
<small>“Adunque non voglio che dormiamo più, carissima madre, ma destianci dal sonno; che il tempo nostro s’approssima verso la morte continuamente. Le cose temporali e transitorie, e le creature, voglio che teniate per uso, amandole e tenendole come cose prestate a noi, e non come cose vostre. Questo farete traendone l’affetto; altrimenti, no.Trarre se ne conviene, se vogliamo participare al frutto del sangue di Cristo crocifisso. Considerando me, che altra via non ci è, dissi che io desideravo di vedere il cuore e l’affetto vostro spogliato del mondo; e a questo mi pare che Dio vi inviti continovamente”</small>
|- style="text-align:center;"
</poem>
| colspan="4" | <small>'''Localizzazione'''</small>
[[File:RoccaTentennano.jpg|240px|left]]
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Le parole e le lettere, quattro alle donne Salimbeni, confermano una pratica assidua di ospitalità e di intimità con la famiglia di madonna Bianchina Trinci, tanto che il “miracolo” del dono del saper scrivere avvenne proprio mentre Caterina si trovava (1377) alla Rocca del Tentennano, oggi Rocca d’Orcia, ospite di Bianchina.<br>
| colspan="4" |
I Salimbeni erano una delle più ricche, aristocratiche e potenti famiglie di Siena, spesso in aperto contrasto con altre famiglie nobili, in particolare quella dei Tolomei. Tra le due famiglie infatti vigeva una faida secolare in cui, alternativamente, furono vincitori o vinti, con grave danno per l’intera cittadinanza, poiché negli eccidi venivano coinvolti i rispettivi sodali: case atterrate, incendi, condanne all’esilio o a morte, che hanno segnato la storia delle due famiglie e la storia di Siena. Per questo motivo, Bianchina e i figli preferirono stabilirsi, piuttosto che in uno dei palazzi posseduti nella città di Siena, nela Rocca di Tentennano, una monolitica arce, a guardia della via Francigena, importante nodo viario medievale che congiungeva Roma con l’Italia settentrionale e la Francia: chiunque andasse o tornasse da Roma, capitale della cristianità, doveva necessariamente passare sotto l’arcigna e inespugnabile Rocca.<br>
-----
Le faide spiegano la presenza di Caterina, che vi giunse per la prima volta, accompagnata da Raimondo da Capua, nel 1377, accolta con venerazione dalla contessa Bianchina e dal figlio Agnolino (scopo, poi raggiunto, era riconciliare Agnolino con Cione Salimbeni).
|- style="text-align:center;"
| [[File:StemmaFoligno02.jpg|30px]] || [[File:StemmaProvinciaPerugia.jpg|30px]] || [[File:StemmaUmbria.jpg|30px]] || [[File:StemmaItalia.jpg|36px]]
|- style="text-align:center;"
| <small>'''Comune di Foligno'''</small> || <small>'''Provincia di Perugia'''</small> || <small>'''Regione Umbria'''</small> || <small>'''Italia'''</small>
|-
| colspan="4" |
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|- style="text-align:center;"
| colspan="4" | <small>'''Amministrazione'''</small>
|-
| colspan="4" |
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|-
| colspan="2" | <small>'''Sindaco:'''</small>
| colspan="2" | <small>Stefano Zuccarini</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Indirizzo Municipio:'''</small>
| colspan="2" | <small>Piazza della Repubblica,10</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Sito istituzionale:'''</small>
| colspan="2" | <small>https://www.comune.foligno.pg.it/</small>
|-
| colspan="4" |
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|- style="text-align:center;"
| colspan="4" | <small>'''Territorio'''</small>
|-
| colspan="4" |
-----
|-
| colspan="2" | <small>'''Coordinate:'''</small>
| colspan="2" | <small>42° 56' 42,00 N - 12° 42' 7,20 E</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Altitudine:'''</small>
| colspan="2" | <small>234 m s.l.m. (min 195 - max 1.250)</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Superficie:'''</small>
| colspan="2" | <small>264,67 Km<sup>2</sup></small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Abitanti:'''</small>
| colspan="2" | '''57.146'''
|-
| colspan="2" | <small>'''Densità:'''</small>
| colspan="2" | <small>215,92 ab/Km<sup>2</sup></small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Frazioni:'''</small>
| colspan="2" | <small>Vedi elenco</small>
|-
| colspan="4" |
-----
|- style="text-align:center;"
| colspan="4" | <small>'''Informazioni generali'''</small>
|-
| colspan="4" |
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|-
| colspan="2" | <small>'''Denominazione abitanti:'''</small>
| colspan="2" | <small>Folignati (singolare: Folignate)</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Patrono:'''</small>
| colspan="2" | <small>S. Feliciano Vescovo e Martire</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Giorno festivo:'''</small>
| colspan="2" | <small>24 gennaio</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Codice Postale:'''</small>
| colspan="2" | <small>06034</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Prefisso Telefonico:'''</small>
| colspan="2" | <small>0742</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Codice ISTAT:'''</small>
| colspan="2" | <small>054018</small>
|-
| colspan="2" | <small>'''Codice Catastale:'''</small>
| colspan="2" | <small>D653</small>
|-
| colspan="4" |
-----
|- style="text-align:center;"
| colspan="4" | <small>'''Reti di comuni'''</small>
|-
| colspan="4" |
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|-
| <small>Città del Bio</small> || <small>Città del Miele</small> || <small>Città dell'Olio</small> || <small>Patto dei Sindaci</small>
|-
| colspan="4" |
-----
|- style="text-align:center;"
| colspan="4" | <small>'''Gemellaggi'''</small>
|-
| colspan="4" |
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|-
| colspan="2" style="text-align:center;" | [[File:Belgium_flag.png|36px]]
| colspan="2" | <small>'''La Louvière''' (Belgio), dal 1996</small>
|-
| colspan="2" style="text-align:center;" | [[File:Italy_flag.png|36px]]
| colspan="2" | <small>'''Gemona del Friuli''', dal 2001</small>
|-
| colspan="2" style="text-align:center;" | [[File:Japan_flag.png|36px]]
| colspan="2" | <small>'''Shibukawa''' (Giappone), dal 2000</small>
|-
| colspan="4" |
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|}
 
== Posizione ==
Il territorio comunale è prevalentemente montano, mentre la città capoluogo si trova completamente in pianura. Il centro abitato più elevato in altitudine è la frazione di Curasci, che si trova a 1.016 m s.l.m., mentre il più basso è la frazione di Budino, posto a 196 m s.l.m. <br>
Da un punto di vista idrografico la maggior parte del territorio comunale è nel bacino del Tevere, quindi sul versante tirrenico della dorsale appenninica, mentre una parte, gli Altopiani di Colfiorito, è collocata sul versante adriatico. Tutto il territorio comunale si trova in zona ad elevato rischio sismico, secondo la classificazione prevista dal P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, in “zona 1” con “rischio catastrofico”.<br>
 
Il clima del capoluogo e della pianura circostante è di tipo sub continentale, con inverni freddi e abbastanza umidi. Le estati sono calde e molte volte afose con diversi temporali, soprattutto in Giugno. In inverno ci sono spesso giorni con nebbia. La media di Gennaio, il mese più freddo, è di circa 5,3°, con frequenti gelate. Molto pronunciato è il fenomeno dell'inversione termica<ref><small>Sommariamente: l'aria a contatto con il terreno al calar del sole si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto a quella degli strati atmosferici sovrastanti, col risultato che la temperatura risulta più bassa in pianura che in montagna.</small></ref>. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. La primavera è più fredda dell'autunno, con frequenti e dannose gelate tardive. Il clima della montagna è invece quello tipico dell'Appennino Centrale, di tipo sub-alpino continentale: inverni molto freddi, con abbondanti precipitazioni nevose e venti da Nord-Est, primavere incerte (sull'altopiano di Colfiorito non sono rare le nevicate anche a fine Marzo od Aprile inoltrato) e piovose, estati fresche, ideali per la villeggiatura, autunni anch'essi piovosi e che qualche volta sono un vero e proprio anticipo d'inverno.<br>
 
La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell'Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui si alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti. Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, a oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere lo spartiacque appenninico, nella zona di grande interesse naturalistico denominata Altopiano di Colfiorito.<br>
 
Dal centro della città si snodano quattro vie principali, una delle quali attraversa Porta Romana, ed è quella che porta a Roma; un'altra da Porta Firenze conduce in Toscana, la terza da Porta Ancona, a una certa distanza dalla città, si divide in due, conducendo quella di destra a Civitanova e quella di sinistra ad Ancona o in Romagna, la quarta per la piazza di San Domenico è la Porta Todi o di Santa Maria e conduce a Todi. La forma ovale di Foligno, ormai persa nella ragnatela della periferia, è percepibile dalle colline che la circondano scendendo da Montefalco o lungo la vallata del Menotre. Viali alberati conducono dai quattro punti cardinali alle porte unite dal tessuto ancora percepibile delle mura medievali.<br>
 
Il centro storico-monumentale della città si svolge attorno alle contigue piazze della Repubblica e del Duomo. La prima è un vasto spazio regolare, contraddistinto dalla sapiente composizione di edifici di stile e forma diversi. Al romanico prospetto del fianco laterale del Duomo si contrappone il prospetto neoclassico della facciata rifatta del Palazzo Comunale, a sua volta affiancata dal cinquecentesco Palazzo Orfini e dal quattrocentesco Palazzo Pretorio. Conclude la rassegna il Palazzo Trinci, opera che risale alla fine del Trecento, rifatto nel XIX secolo secondo schemi neoclassici e oggi sede del Museo Archeologico, della Pinacoteca Civica e della Biblioteca comunale. Piazza del Duomo è invece dominata dalla maestosa presenza della Chiesa, il cui impianto originale è del XII secolo. Venne poi radicalmente riplasmato nel Rinascimento e nel Settecento, su un disegno del Vanvitelli eseguito dal Piermarini. All'aspetto rappresentativo del centro, richiamato dall'edilizia nobile di diversi palazzi urbani, si contrappone il caratteristico ambiente del quartiere medievale e degli antichi borghi: in particolare, la minuta rete di vicoli del quartiere delle Poelle e i resti delle antiche fortificazioni sul lungofiume, tra cui la torre dei Cinque Cantoni. In posizione periferica rispetto al centro storico, in piazza San Domenico, sorge la chiesa di Santa Maria Infraportas che risale all'epoca romanica. L'edificio è preceduto da un portico su colonne originali ed è dotato di una massiccia torre campanaria quadrilatera.<br />
 
 
<!-- INIZIO PANORAMA -->
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 100%; text-align:center; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 10px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb;"
! style="background: #F5FAFF;"| '''Panorama di Foligno'''
|-
|}
{{Panorama
|immagine = File:PanoramaFoligno.jpg
|altezza = 320
}}
<!-- FINE PANORAMA -->
 
La città è attualmente suddivisa in dieci Rioni, superstiti degli originari diciassette da cui era composta nel Medio Evo. Fra suddivisioni ed accorpamenti, ai primi dell'Ottocento i Rioni arrivarono ad essere venti, poi ridotti agli attuali dieci nel 1946, anno della riesumazione della Giostra della Quintana.
{| style= "border: 1px solid #000000; border-radius: 5px; box-shadow: 1px 1px 0px 0px #000000; background-color:#f4ffe3;"
|-
| [[File:PagDedicata.png|x30px]] ''<small>Vedi pagina dedicata:</small>'' [[Rioni di Foligno]]
|}
 
=== Cartografia ===
 
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align:center; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
|-
|[[File:MappaItalliaCentrale.jpg|x320px]]
|[[File:MappaUmbria.jpg|x320px]]
|[[File:MappaFolignoGeoplan.jpg|x320px]]
|}
 
== Dintorni ==
Foligno è posta verso la metà di quella vasta pianura che si estende da Perugia a Spoleto. Questa pianura è fertilissima e le ultime pendici dei monti, che la circondano da ogni parte, sono coperte di viti e di olivi, in mezzo ai quali spuntano numerosi gruppi di case, numerose ville e innumerevoli casolari. Il Chiascio, il Topino, e il celebratissimo Clitunno, solcano e fecondano questa bella pianura che numerose città, affacciantisi sulle pendici dei monti circostanti, circondano e abbelliscono. A nord di Foligno, su di un colle ricco di olivi, spunta la vicina e antica Spello, ricca di memorie romane. A est di Foligno, Bevagna, l'antica Mevania, e a sud di questa, Montefalco, posta in superba posizione, da cui si domina gran parte dell'Umbria: a sud di Foligno, Trevi, l'antica Trebis, e alquanto più lontano l'alta Spoleto che in sé compendia tanta parte della storia medioevale d'Italia. Dal lato Est, inoltrandosi nell'Appennino attraverso la Flaminia e la Val di Chienti, si incontrano Valtopina, Nocera Umbra, Sellano ed infine le Marche.
 
=== Comuni limitrofi ===
Elenco dei comuni limitrofi a Foligno ordinati per distanza crescente, calcolata in linea d'area dal centro urbano.
<br>
 
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 50%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 20px solid #6891BB; border-top: 10px solid #6891BB; border-right: 1px solid #6891BB; border-left: 1px solid #6891BB; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
|- style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''COMUNI CONFINANTI (O DI PRIMA CORONA)'''</span> || <span style="color:#FFFF00">'''DISTANZA'''</span>
|- style="background-color:#FFFFFF"
|SPELLO||6,3 km
|-
|MONTEFALCO||7,3 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|BEVAGNA||7,6 km
|-
|TREVI||8,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|VALTOPINA||13,2 km
|-
|SELLANO||19,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|NOCERA UMBRA||19,9 km
|-
|SERRAVALLE DI CHIENTI (MC)||24,9 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|VISSO (MC)||31,5 km
|-style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''COMUNI CAPOLUOGO DELL'UMBRIA'''</span> ||
|-
|PERUGIA||31,0 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|TERNI||42,1 km
|-style="background-color:#6891BB"
| <span style="color:#FFFF00">'''ALTRE CITTA' ITALIANE'''</span> ||
|-
|ROMA||116,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|PESCARA||134,6 km
|-
|FIRENZE||150,2 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|BOLOGNA||204,9 km
|-
|NAPOLI||265,7 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|VENEZIA||279,1 km
|-
|GENOVA||346,7 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|MILANO||397,5 km
|-
|BARI||398,4 km
|- style="background-color:#FFFFFF"
|REGGIO CALABRIA||592,9 km
|}
<br>
 
{| style= "margin-left: auto; margin-right: auto; width: 90%; text-align: center; font-size:90%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 20px solid #6891BB; border-top: 10px solid #6891BB; border-right: 1px solid #6891BB; border-left: 1px solid #6891BB; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
|-
| [[File:ComuneMontefalco.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneNoceraUmbra.jpg|x96px]]
| [[File:ComunePerugia.JPG|x96px]]
| [[File:ComuneSellano.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneSerravalleDiChienti.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneSpello.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneTerni.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneTrevi.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneValtopina.jpg|x96px]]
| [[File:ComuneVisso.jpg|x96px]]
|-
| <small>'''Montefalco'''</small>
| <small>'''Nocera Umbra'''</small>
| <small>'''Perugia'''</small>
| <small>'''Sellano'''</small>
| <small>'''Serravalle di Chienti'''</small>
| <small>'''Spello'''</small>
| <small>'''Terni'''</small>
| <small>'''Trevi'''</small>
| <small>'''Valtopina'''</small>
| <small>'''Visso'''</small>
|}
<br>
 
=== Località e Frazioni ===
Elenco Frazioni e Località del Comune di Foligno, con l'indicazione della distanza dalla città e l'altitudine sul livello del mare.<br>
<small>(Clicca su ['''Espandi'''] per visualizzare)</small>
<br>
 
{| class="mw-collapsible mw-collapsed" style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 50%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #FFFFFF;"
|- style="text-align: center;"
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''N°'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Località o Frazione'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Km da Foligno'''</span>
| style="background: #6891bb;" | <span style="color:#FFFF00">'''Mt. s.l.m.'''</span>
|-
| 1
| Abbazia di Sassovivo
| 9
| 575,8
|- style="background: #F5FAFF;"
| 2
| Acqua Santo Stefano
| 19
| 926,6
|-
| 3
| Afrile
| 17
| 850
|- style="background: #F5FAFF;"
| 4
| Aghi
| 12
| 450
|-
| 5
| Ali
| 27
| 939,8
|- style="background: #F5FAFF;"
| 6
| Altolina
| 8,4
| 290
|-
| 7
| Annifo
| 33
| 874
|- style="background: #F5FAFF;"
| 8
| Arvello
| 32,5
| 825
|-
| 9
| Ascolano
| 18
| 625
|- style="background: #F5FAFF;"
| 10
| Barri
| 15
| 693
|-
| 11
| Belfiore
| 6
| 295
|- style="background: #F5FAFF;"
| 12
| Borgarella
| 24
| 858
|-
| 13
| Borroni
| 2
| 220
|- style="background: #F5FAFF;"
| 14
| Budino
| 8
| 196
|-
| 15
| Camino
| 24,4
| 825
|- style="background: #F5FAFF;"
| 16
| Cancellara
| 6
| 436
|-
| 17
| Cancelli
| 17
| 902
|- style="background: #F5FAFF;"
| 18
| Cantagalli
| 7
| 208
|-
| 19
| Capannaccio
| 4,3
|
|- style="background: #F5FAFF;"
| 20
| Capodacqua
| 13
| 371
|-
| 21
| Caposomigiale
| 29,5
| 924
|- style="background: #F5FAFF;"
| 22
| Cappuccini
| 4
| 321,6
|-
| 23
| Cariè
| 37
| 906,4
|- style="background: #F5FAFF;"
| 24
| Carpello
| 2,5
| 324
|-
| 25
| Casa del Prete
| 7
| 207
|- style="background: #F5FAFF;"
| 26
| Casa Pacico
| 19,5
| 429
|-
| 27
| Casale del Leure
| 31
| 806
|- style="background: #F5FAFF;"
| 28
| Casale della Macchia
| 28
| 810
|-
| 29
| Casale di Morro
| 21
| 830
|- style="background: #F5FAFF;"
| 30
| Casale di Scopoli
| 15
| 840
|-
| 31
| Cascito
| 17
| 920
|- style="background: #F5FAFF;"
| 32
| Casco dell'Acqua
| 8
| 210
|-
| 33
| Casenove
| 16
| 570
|- style="background: #F5FAFF;"
| 34
| Casette di Cupigliolo
| 25
| 791
|-
| 35
| Casevecchie
| 6
| 208
|- style="background: #F5FAFF;"
| 36
| Cassignano
| 35
| 740
|-
| 37
| Castello di Morro
| 21,5
| 883,9
|- style="background: #F5FAFF;"
| 38
| Castretto
| 16,5
| 604
|-
| 39
| Cavallara
| 31
| 861
|- style="background: #F5FAFF;"
| 40
| Cave
| 3
| 218
|- style="background: #F5FAFF;"
| 41
| Cerritello
| 20,3
| 824
|-
| 42
| Chieve
| 21
| 655
|- style="background: #F5FAFF;"
| 43
| Cifo
| 18
| 675
|-
| 44
| Civitella
| 19
| 940
|- style="background: #F5FAFF;"
| 45
| Colfiorito
| 27
| 760
|-
| 46
| Collazzolo
| 20,9
| 781
|- style="background: #F5FAFF;"
| 47
| Colle di Verchiano
| 23
| 818
|-
| 48
| Colle San Giovanni
| 7
| 375
|- style="background: #F5FAFF;"
| 49
| Colle San Lorenzo
| 6
| 447
|-
| 50
| Colle Scandolaro
| 4,5
| 345
|- style="background: #F5FAFF;"
| 51
| Collelungo
| 14
| 696
|-
| 52
| Collenibbio
| 26
| 975
|- style="background: #F5FAFF;"
| 53
| Colpernaco
| 3
| 295
|-
| 54
| Colpersico
| 5
| 402
|- style="background: #F5FAFF;"
| 55
| Corvia
| 2
| 218
|-
| 56
| Costa di Arvello
| 28
| 813
|- style="background: #F5FAFF;"
| 57
| Crescenti
| 21
| 782
|-
| 58
| Croce di Roccafranca
| 24,8
| 1050
|- style="background: #F5FAFF;"
| 59
| Croce di Verchiano
| 21
| 794
|-
| 60
| Cupacci
| 12
| 636
|- style="background: #F5FAFF;"
| 61
| Cupigliolo
| 25
| 856
|-
| 62
| Cupoli
| 19,5
| 820
|- style="background: #F5FAFF;"
| 63
| Curasci
| 27
| 1016
|-
| 64
| Fiamenga
| 4,5
| 212
|- style="background: #F5FAFF;"
| 65
| Fondi
| 34
| 936
|-
| 66
| Forcatura
| 30
| 850
|- style="background: #F5FAFF;"
| 67
| Fraia
| 28
| 819
|-
| 68
| Hoffmann
| 3
| 242
|- style="background: #F5FAFF;"
| 69
| La Franca
| 17
| 794
|-
| 70
| La Spiazza
| 16
| 573
|- style="background: #F5FAFF;"
| 71
| La Valle
| 5,5
| 426
|-
| 72
| Leggiana
| 14,5
| 550
|- style="background: #F5FAFF;"
| 73
| Liè
| 7
| 420
|-
| 74
| Maceratola
| 3,5
| 215
|- style="background: #F5FAFF;"
| 75
| Maestà di Colfornaro
| 12
| 460
|-
| 76
| Madonna delle Grazie
| 20
| 675
|- style="background: #F5FAFF;"
| 77
| Montarone
| 22
| 824
|-
| 78
| Morro
| 21
| 868
|- style="background: #F5FAFF;"
| 79
| Navello
| 3,5
| 259
|-
| 80
| Orchi
| 17
| 485
|- style="background: #F5FAFF;"
| 81
| Paciana
|
|
|-
| 82
| Palarne
| 31
| 876
|- style="background: #F5FAFF;"
| 83
| Pale
| 9,5
| 480
|-
| 84
| Pallailla - I Santi
| 17,3
| 618
|- style="background: #F5FAFF;"
| 85
| Perticani
| 3
| 218
|-
| 86
| Pescara I°
| 3
| 355
|- style="background: #F5FAFF;"
| 87
| Pescara II°
| 3,5
| 361
|-
| 88
| Pieve Fanonica
| 10,5
| 327
|- style="background: #F5FAFF;"
| 89
| Pisenti
| 16,5
| 792
|-
| 90
| Poggiarello
| 11,5
| 451
|- style="background: #F5FAFF;"
| 91
| Polveragna
| 32
| 830
|-
| 92
| Ponte San Lazzaro
| 26
| 701
|- style="background: #F5FAFF;"
| 93
| Ponte Santa Lucia
| 10,5
| 494
|-
| 94
| Pontecentesimo
| 9,5
| 325
|- style="background: #F5FAFF;"
| 95
| Popola
| 25
| 852
|-
| 96
| Rasiglia
| 19
| 636
|- style="background: #F5FAFF;"
| 97
| Ravignano
| 8,5
| 510
|-
| 98
| Rio
| 17
| 740
|- style="background: #F5FAFF;"
| 99
| Roccafranca
| 28
| 802
|-
| 100
| Roviglieto
| 8
| 706
|- style="background: #F5FAFF;"
| 101
| San Bartolomeo
| 2,8
| 360
|-
| 102
| San Giovanni Profiamma
| 4
| 264
|- style="background: #F5FAFF;"
| 103
| San Sebastiano
| 3,6
|
|-
| 104
| San Vittore
| 7
| 337
|- style="background: #F5FAFF;"
| 105
| Sant'Eraclio
| 3
| 232
|-
| 106
| Santo Stefano dei Piccioni
| 6
| 355
|- style="background: #F5FAFF;"
| 107
| Scafali
| 4
| 213
|-
| 108
| Scandolaro
| 6
| 452
|- style="background: #F5FAFF;"
| 109
| Scanzano
| 5
| 265
|-
| 110
| Scopoli
| 12
| 532
|- style="background: #F5FAFF;"
| 111
| Seggio
| 19
| 916
|-
| 112
| Serra Alta
| 5,3
| 450
|- style="background: #F5FAFF;"
| 113
| Serra Bassa
| 5,1
| 425
|-
| 114
| Serrone
| 16,5
| 580,6
|- style="background: #F5FAFF;"
| 115
| Sostino
| 11
| 659
|-
| 116
| Sterpete
| 2
| 220
|- style="background: #F5FAFF;"
| 117
| Tenne
| 2,4
| 212
|-
| 118
| Tesina
| 15
| 710
|- style="background: #F5FAFF;"
| 119
| Tito
| 38
| 860
|-
| 120
| Torre di Montefalco
| 7
| 208
|- style="background: #F5FAFF;"
| 121
| Treggio
| 5
| 400
|-
| 122
| Uppello
| 3
| 382
|- style="background: #F5FAFF;"
| 123
| Vallupo
| 21
| 930
|-
| 124
| Vegnole
| 5
| 400
|- style="background: #F5FAFF;"
| 125
| Verchiano
| 22
| 775
|-
| 126
| Vescia
| 4
| 265
|- style="background: #F5FAFF;"
| 127
| Vionica
| 20,5
| 769
|-
| 128
| Volperino
| 21
| 850
|}
<br>
 
{| style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 90%; text-align: center; font-size:90%; border-bottom-left-radius: 10px; border-bottom-right-radius: 10px; border-top-left-radius: 10px; border-top-right-radius: 10px; border-bottom: 10px solid #6891bb; border-top: 20px solid #6891bb; border-right: 1px solid #6891bb; border-left: 1px solid #6891bb; box-shadow: 3px 3px 0px 0px #000000; background: #F5FAFF;"
| [[File:FrazAbbaziaSassovivo.jpg|x96px]]
| [[File:FrazAnnifo.jpg|x96px]]
| [[File:FrazBelfiore.jpg|x96px]]
| [[File:FrazCapodacqua.jpg|x96px]]
| [[File:FrazCasenove.jpg|x96px]]
| [[File:FrazColfiorito.jpeg|x96px]]
| [[File:FrazLeggiana.jpg|x96px]]
| [[File:FrazPale.jpg|x96px]]
| [[File:FrazRasiglia.jpg|x96px]]
|-
|<small>'''Sassovivo'''</small>
|<small>'''Annifo'''</small>
|<small>'''Belfiore'''</small>
|<small>'''Capodacqua'''</small>
|<small>'''Casenove'''</small>
|<small>'''Colfiorito'''</small>
|<small>'''Leggiana'''</small>
|<small>'''Pale'''</small>
|<small>'''Rasiglia'''</small>
|-
| [[File:FrazRio.jpg|x96px]]
| [[File:FrazSanBartolomeo.jpg|x96px]]
| [[File:FrazSanGiovanniProfiamma.jpg|x96px]]
| [[File:FrazSantEraclio.jpg|x96px]]
| [[File:FrazScopoli.jpg|x96px]]
| [[File:FrazTorreMontefalco.jpg|x96px]]
| [[File:FrazTreggio.jpg|x96px]]
| [[File:FrazVerchiano.jpg|x96px]]
| [[File:FrazVolperino.jpg|x96px]]
|-
|<small>'''Rio'''</small>
|<small>'''San Bartolomeo'''</small>
|<small>'''San Giovanni Profiamma'''</small>
|<small>'''Sant'Eraclio'''</small>
|<small>'''Scopoli'''</small>
|<small>'''Torre di Montefalco'''</small>
|<small>'''Treggio'''</small>
|<small>'''Verchiano'''</small>
|<small>'''Volperino'''</small>
|}
<br>
== Cenni di Storia ==
L'origine protostorica di Foligno risale all'epoca umbra preromana, essendo stata la città fondata dagli "Umbri Fulginates”. La Fulginia umbra (città preromana la cui fondazione risalirebbe al X secolo a.C. e di cui si hanno memorie precedenti al 500 a.C.), poi Fulginium romana, situata alla biforcazione (diverticulum) dell'antica via Flaminia (che qui si divideva in due rami) e allo sbocco del fiume Topino (l'antico Supunna umbro o Tinia romano) a fondovalle, ha lasciato alla città moderna l'impianto di strade rettilinee che si incrociano perpendicolarmente. Le strade sono in rapporto con quattro ponti romani tuttora esistenti sull'antico corso del fiume Topino. Dal 258 a.C. fu Prefettura e Municipio, dal 254 a.C., iscritto alla tribù Cornelia ed ebbe notevole importanza durante l'epoca imperiale. Nel 476 fu assoggettata da Odoacre e poi dai Goti dal 493 al 550.<br>


== Il "miracolo del cinabro" ==
Successivamente appartenne ai Longobardi che la annessero al Ducato di Spoleto e poi ai Franchi. Appartenne al Ducato di Spoleto fino al 1198, quando fu annessa allo Stato Pontificio, da papa Innocenzo III. Nel 1255 iniziò il periodo comunale e fu assoggettata prima all'Impero e poi ai Trinci fino al 1439. Durante la prima metà del XIII secolo, fatta eccezione per il breve periodo (1237-1239) in cui si alleò con Todi, Gubbio e soprattutto con la potentissima e guelfa Perugia, Foligno fu saldamente fedele all'Impero. Sempre unico baluardo ghibellino in Umbria (escluso il periodo dei Trinci), nel XIII secolo si scontrò in quattro cruente guerre con la vicina guelfa Perugia. La prima fu combattuta tra il 1248 e il 1251, la seconda nel 1254, la terza tra il 1282 e il 1283 e la quarta tra il 1288 e il 1289. Le prime tre furono vinte dai folignati, nell'ultima ebbe invece la meglio Perugia che estese la propria sfera di influenza a Foligno. Secondo lo storico Jean-Claude Maire Vigueur, "Grundman sostiene addirittura che una vittoria di Foligno avrebbe aperto la strada in Umbria per un tipo di sviluppo economico, politico e culturale del tutto diverso, mentre la dominazione di Perugia ha fatto di essa il Mezzogiorno dell'Italia centrale, dedito principalmente alle attività agricole e subordinato, dal punto di vista commerciale e finanziario, agli uomini d'affari toscani...". La fazione ghibellina, sempre più potente fino alla morte di Federico II, fu poi soppiantata da quella guelfa nel 1254, ma nel 1268 troviamo la città nuovamente ghibellina governata da Ansaldo di Filippo degli Anastasi. Nel 1305, sconfitto Corrado degli Anastasi, con la nomina di Nallo Trinci a Gonfaloniere di Giustizia, ovvero Capitano di parte Guelfa e Capitano del Popolo, per Foligno iniziò un lungo periodo di governo signorile che terminò nel 1439 con la cacciata di Corrado Trinci per mano del cardinale Giovanni Vitelleschi, incaricato da papa Eugenio IV "de reductione communis et hominum civitatis Fulginei ad obedientiam et gremium Ecclesiae". Nel Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, sotto la signoria guelfa dei Trinci (alleati di Perugia), Foligno estese i propri confini fino all'Abruzzo. Fu questa un'epoca di notevole sviluppo economico per la città, con l'affermazione di manifatture legate alla lavorazione del legno, della carta, dei filati, della ceramica e di alcuni metalli (fra cui oro e argento). A Foligno si svolgeva anticamente (dal 20 maggio al 20 luglio di ogni anno dal 1425 e fino al 1816) una nota fiera, denominata “Fiera dei Soprastanti”, alla quale accorrevano mercanti da tutta Europa.<br>
[[File:SantaCaterina01.jpg|240px|right]]
Alla partenza di Raimondo, Caterina all’improvviso imparò a scrivere, tanto che scrisse al suo confessore (non più dettandola ai segretari) una lunghissima epistola, dove a conclusione narra l’incredibile vicenda:
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 5px;">
<small>“Questa lettera, e un’altra ch’io vi mandai, ho scritte di mia mano in su l’Isola della Rocca, con molti sospiri e abondanzia di lacrime; in tanto che l’occhio, vedendo, non vedeva; ma piena di ammirazione ero di me medesima, e della bontà di Dio, considerando la sua misericordia verso le creature che hanno in loro ragione, e la sua Providentia; la quale abondava verso di me, che per refrigerio, essendo privata della consolazione, la quale per mia ignoranza io non cognobbi, m’aveva dato, e proveduto con darmi l’attitudine dello scrivere, acciocché discendendo dall’altezza, avessi un poco con chi sfogare ‘l cuore, perché non scoppiasse. Non volendomi trarre ancora di questa tenebrosa vita, per ammirabile modo me la fermò nella mente mia, siccome fa il maestro al fanciullo, che gli dà lo esemplo. Onde, subito che fuste partito da me col glorioso evangelista Joanni e Tommaso di Aquino, così dormendo cominciai a imparare. Perdonatemi del troppo scrivere, perocché le mani e la lingua s’accordano col cuore”.</small>
</poem>
La realtà storica nei fatti è che Caterina, ospite di Bianchina, acquisì la tecnica scrittoria, ma l’episodio venne qualificato da alcuni biografi come un “miracolo”: la santa, presa da divina ispirazione, avrebbe intinto la penna in un vasetto colmo di cinabro<ref><small>Il cinabro è un pigmento rosso di origine minerale che può essere sia naturale che sintetico. Se puro, ossia naturale, è altamente tossico.</small></ref> liquido e, su di una pergamena, tracciando segni nitidi, dotati di senso, scrisse una poetica preghiera di lode a Dio.<br>
All’età di trenta anni, quindi, Caterina apprese la tecnica che le permise di raggiungere gli obiettivi perseguiti: espandere la luce della conoscenza spirituale, portare la pace tra i popoli, tra le nazioni, tra le istituzioni, far penetrare fin nelle più profonde pieghe dell’animo umano il difficile concetto della Carità, non solo e semplicemente cristiana, la carità è la virtù che ci permette di amare allo stato puro qualsiasi cosa creata, proprio perché tale.<br>
La lunga permanenza (dall’estate fino a dicembre del 1377) di Caterina e del suo seguito presso la Rocca di Tentennano, diede adito al sospetto di un complotto che la consorteria dei Salimbeni, con a capo Agnolino, figlio di Giovanni e di Bianchina, avrebbe programmato contro la repubblica senese per insignorirsi della città. Caterina rispose con missive di fuoco, il fuoco dello sdegno, il fuoco dell’indignazione di chi, innocente, viene vilmente calunniato per i propri meschini interessi.<br>


== Santa Caterina a Trincia e Corrado II ==
Con il ritorno del dominio del Papa, Foligno tornò ad essere amministrata da magistrature comunali, anche se la loro autonomia fu più nominale che sostanziale. Proprio in quegli anni, infatti, lo Stato della Chiesa iniziò la sua riorganizzazione amministrativa e politica in modo da poter meglio controllare le periferie. I forti contrasti, sorti dopo il 1439, tra la fazione popolare e quella nobiliare terminarono nel 1460 con l'esclusione, concessa da papa Pio II all'aristocrazia cittadina, del ceto popolare dal consiglio comunale. Da allora Foligno ebbe una delle forme oligarchiche più rigide dello Stato Pontificio. Foligno è stata sempre fornitrice ufficiale di canapa dello Stato Pontificio, con la quale venivano realizzate soprattutto corde per campane. Le principali coltivazioni di canapa si sviluppavano nella zona ovest della città, in corrispondenza delle attuali Fiamenga e Budino. La città sotto lo Stato Pontificio, ne ha condiviso le sorti fino alla sua incorporazione nel Regno d'Italia.<br>
La lettera n° 194 di Santa Caterina è indirizzata a "''Misser Trinci de'Trinci da Fuligno, e a Corrado suo fratello''".
<poem style="border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 5px;">
<small>Carissimi fratelli in Cristo dole Gesù. Io Catarina serva, e schiava dei servi di Gesù Cristo scrivo a voi nel pretioso Sangue suo con desiderio di vedervi veri servi di Cristo crocifisso, e legati nel legame dolce della Carità, el qual legame legò Dio nell'Uomo, e l'Uomo in Dio, e fu per si fatto modo perfetta questa unione, che né per morire, né per neuna altra cosa si poté separare. [...] Voglio dunque, che leviate l'occhio dell'Intelletto e l'amore da queste cose transitorie, e da ogni Vitio carnale, e purifichiate l'Anima vostra col mezzo della Santa Confessione. Non dico però, che lasciate lo Stato vostro, più che lo Spirito Santo ve ne spiri, ma voglio, che teniate col santo timor di Dio virilmente stando come Uomini virtuosi, e non come stolti, & animali, tenendo con giustitia, e con benignità i Sudditi vostri; e lo stato del Santo Matrimonio tenerlo, e non vogliate contaminarlo, cioè romperlo per niuno appetito disordinato; ma refrenare i sentimenti vostri con la memoria del Sangue di Cristo, e dell'unione della natura Divina unita con la natura Umana. Vergognarassi allora la miserabile Carne vostra di venire a tanta miseria, e sentirà l'odore della purità avendo questa santa consideratione, e con riverentia, e timore di Dio starà nel santo Matrimonio; & abbiate in riverentia, e dì, che sono comandati dalla Santa Chiesa. [...] Lavatevi dunque per fede, e speranza nel Sangue di Cristo Crocefisso, e con questa dottrina nutricate la fameglia vostra. Altro non dico. Permanete nella Santa, e dolce dilettione di Dio. Gesù Dolce. Gesù Amore.</small>
</poem>
Da questi stralci della lettera si evince che Trincia e Corrado II (fratelli di Bianchina) non godevano di una reputazione immacolata. Nelle annotazioni dell'edizione del 1713 de "''L'epistole della serafica vergine S. Caterina da Siena''" si legge:
"[...] Ebbe egli [Trincia] già più del tiranno che di giusto signore; benchè si ponesse di poi in miglior tenore di vita, e stesse sempre costante al partito della Chiesa, a cagione di cui sofferì la perdita dello Stato, e la morte."
Viene quindi sottolineata, una volta di più, l'adesione dei Trinci alla Chiesa per mera convenienza.
L'autore delle note (Padre Federigo Burlamacchi, della Compagnia di Gesù), aggiunge quindi un aneddoto, che contrasta però con le versioni di altri studiosi e storici.
Trincia avrebbe chiesto a Fra' Tommaso da Foligno (Futuro Beato Tommasuccio da Foligno), autore di diverse profezie, di predirgli la sua morte. Il frate rispose che sarebbe morto quando i vitelli avrebbero volato sopra la torre della città. Il 28 settembre 1377, quando la città si sollevò contro i Trinci, e Trincia fu assassinato, "''s'inalberava sopra la Torre l'insegna del Conte Lucio di Lando, comandante dell'esercito Fiorentino, in cui erano dipinti due vitelli<ref><small>Di questo Lucio di Lando, nome italianizzato del condottiero mercenario tedesco Ludwig Von Landau, non abbiamo però trovato alcuno stemma su cui fossero presenti dei vitelli.</small></ref>.''"


== Santa Caterina a Giacoma Trinci ==
Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante aeroporto, di caserme, di scuole militari e di industrie belliche (in particolare aeronautiche). Subì per questo numerosissimi bombardamenti angloamericani che la distrussero per circa l'80%, e a tal riguardo, la città fu poi insignita di medaglia d'argento. Nella storia della città si sono susseguiti numerosi terremoti anche di entità catastrofica: il più recente, di magnitudo 6.1, risale al 26 settembre 1997. Il sisma, con epicentro nella frazione di Annifo, causò molti danni alla città: furono maggiormente colpite, oltre ad Annifo, le altre frazioni montane, tra cui quella di Colfiorito, poiché più vicine all'epicentro rispetto al centro città. La scossa principale fu seguita da uno sciame sismico che si protrasse per quasi un anno. La scossa delle 17:23 del 14 ottobre 1997, di magnitudo 5.5, con epicentro tra Sellano e Preci, causò il crollo della lanterna del Palazzo Comunale, chiamata erroneamente anche “torrino": la scossa si verificò durante un sopralluogo dei vigili del fuoco che cercavano di mettere in sicurezza la torre e fu ripresa in diretta TV. Il 14 ottobre 2007, con una festosa cerimonia pubblica in piazza della Repubblica, si è inaugurato il completamento del restauro della parte terminale (sovrastruttura a forma di lanterna) della torre civica del Palazzo Comunale, dopo il crollo avvenuto esattamente 10 anni prima. Fra il 2008 e il 2014, nell'ambito del P.I.R. (piano integrato di recupero), il centro storico viene ripavimentato e riqualificato: vengono rifatte ex novo la rete fognaria, la rete idrica, la rete del gas metano, la rete elettrica e la rete telefonica.<br>
L’epistola che santa Caterina inviò a Giacoma d’Este, moglie di Trincia, madre di Ugolino, riguarda uno degli episodi più tragici della storia di questa famiglia: l’uccisione del Signore folignate (28 settembre 1377) ad opera di una fazione ghibellina che ambiva a prendere il potere, salvo essere cacciata via dai cittadini inferociti per la tirannica condotta, appena due mesi dopo l’efferato omicidio. Caterina scrisse a Giacoma una lettera (la n° 264) molto bella, molto sentita, la sua lunghezza ne è testimonianza (nell’edizione del 1987 curata da Umberto Meattini occupa più di sette pagine). La santa esprime concetti che già conosciamo essendo questi i pilastri su cui si basa il suo pensiero mistico: la volatilità di ogni cosa umana, la tensione verso l’infinito, ovvero Dio, il Tutto, senza inizio né fine, che appaga le nostre fragilità.<br>
Per Giacoma, oltre al dolore della perdita, situazione simile in Italia per tutte le nobildonne cadute in disgrazia si aggiungevano i timori per quello che sarebbe stato il destino dei familiari: esilio o eliminazione fisica degli uomini della famiglia, private dei beni, violate o costrette a sposare i vincitori le donne. Caterina volle consolare la moglie e le figlie e le sorelle di Trincia Trinci, in particolare Bianchina. Maggior consolazione Giacoma, consorte distrutta dal dolore, ebbe da Caterina, quando lei mise in rilievo come il potente signore fosse morto in qualità di difensore della santa madre Chiesa, essendosi più volte rifiutanto di aderire alla lega antipapale promossa da Firenze e da Perugia.<br>


== Il testamento di Agnolino Salimbeni ==
=== Onorificenze ===
Agnolino, conte di Tentennano e Montenero, signore di Bagno Vignone, della Ripa, di Montegiovi e di Sasso, il 28 giugno 1400, nel suo palazzo in Cortona, alla presenza di cinque testimoni, dettò le sue ultime volontà al notaio Giovanni di Fredi da Castrobono, premettendo che, dovendosi recare in Lombardia a visitare il principe Giovanni Galeazzo Visconti, duca di Milano, temeva di morire di peste durante il viaggio, pertanto ordinava che i suoi castelli della Rocca di Tentennano, della Ripa d’Orcia, di Vignone, di Montenero, di Montegiovi e di Sasso, con le giurisdizioni, vassalli, servizi e quant’altro, fossero assegnati al Magnifico Messer Ugolino di Trincia dei Trinci, signore di Foligno, suo fratello consobrino<ref><small>Cugino da parte di madre.</small></ref>. <br>
La città di Foligno è stata decorata con la ''Medaglia d'argento al Valor Civile''.<br />
Ordinava a tutti i suoi castellani, vicari e ufficiali che immettessero Ugolino nel legittimo possesso di tutti i suoi feudi e che lo considerassero vero e unico padrone, dal quale dovevano dipendere interamente, anche nel caso in cui Ugolino fosse ignaro di tali disposizioni testamentarie. L’ultima nota rende palese la massima fiducia che Agnolino doveva nutrire per il cugino, il quale, una volta erede, avrebbe potuto appropriarsi, rimanendo nella legalità, dell’immenso patrimonio che Agnolino metteva nelle sue mani. Agnolino morì effettivamente durante il viaggio nel Milanese e la sua preoccupazione era stata quella di non dissolvere l’eredità distribuendola tra le figlie, potenzialmente deboli a fronte di mariti potenzialmente avidi. Infatti il testamento termina con l’accorata richiesta a Ugolino, fratello carissimo, di proteggere la moglie Agnese, le figlie Antonia, Marietta e Ludovica, così la madre (nonché zia del signore folignate) Bianchina, pregandolo di averne cura amorevole. Ugolino, stimato come persona autorevole e di indiscussa lealtà, sarebbe stato l’esecutore testamentario dei beni, così da evitare eventuali contenziosi da parte di pretendenti non idonei, quali altri rami dei Salimbeni o lo stesso Comune di Siena. <br>


-----
[[File:ValorCivile.png|170px]]
<small>N.B.: Le immagini a corredo di queste pagine hanno uno scopo puramente illustrativo. Non sono in alcun modo collegate con l'iconografia, reale o presunta, dei fatti e dei personaggi a cui sono accostate.</small>
<poem style="margin-left: auto; margin-right: auto; width: 60%; text-align:center; border: 1px solid #7B7B7B; background-color: #F5FAFF; padding: 5px;">
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<small>''Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arrecavano gravi distruzioni agli impianti ed ai fabbricati e numerose perdite di vite umane.''
''Partecipava con intrepido coraggio alla lotta per la liberazione, offrendo alla resurrezione della patria un largo tributo di sangue dei suoi figli migliori''.</small>
</poem>
A conferire il riconoscimento, il 16 gennaio 1961, fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che lo consegnò all'allora sindaco di Foligno, Italo Fittajoli.<br>


== Note ==  
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
<references />


== Bibliografia ==
=== Architetture religiose ===
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<div style="column-count:3;-moz-column-count:3;-webkit-column-count:3">
<poem>
* Abbazia di Sassovivo
<small>Archeo Foligno n° 2 - Marzo-Aprile 2007</small>
* Basilica di Santa Maria Infraportas
<small>Biografie dei Capitani Venturieri dell'Umbria - Ariodante Fabbretti - Montepulciano - 1843 - Tip. Angiolo Fumi</small>
* Cattedrale di San Feliciano
<small>Bollettino della Pro Foligno - Anno 11º numero 2, Febbraio 2011</small>
* Chiesa del Corpo di Cristo, detta di Betlem
<small>Compendio della Storia di Fuligno - Giuseppe Bragazzi - Foligno - 1858 - Tipografia Tomassini</small>
* Chiesa del Santissimo Salvatore
<small>Del Palazzo Trinci in Foligno - Don Michele Faloci Pulignani</small>
* Chiesa di Santa Caterina
<small>Di Corrado Trinci, tiranno e mecenate umbro del quattrocento – Medardo Morici – Bollettino della Regia deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Volume XI – Unione Tipografica Cooperativa – Perugia - 1905</small>
* Chiesa di Santa Maria di Pistia
<small>Fragmenta Fulginatis Historiae - Don Michele Faloci Pulignani</small>
* Chiesa di Santa Maria in Campis
<small>Frammenti degli Annali di Spoleto dal 1305 al 1424 - Parruccio Zampolini</small>
* Chiesa di San Francesco
<small>Gli affreschi del Palazzo Trinci a Foligno - Mario Salmi</small>
* Chiesa di San Giacomo
<small>I Gabrielli da Gubbio e i Trinci da Foligno nella storia della Repubblica Fiorentina - G. degli Azzi</small>
* Chiesa di San Nicolò
<small>I Priori della Cattedrale di Foligno – Don Michele Faloci Pulignani – Bollettino della Regia deputazione di Storia Patria per l’Umbria – Volume XX – Unione Tipografica Cooperativa – Perugia - 1914</small>
* Chiesa di San Paolo Apostolo
<small>Il Vicariato dei Trinci - Don Michele Faloci Pulignani</small>
* Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
<small>Istoria della Famiglia Trinci - Durante Dorio - Foligno - 1638 - Agostino Alteri</small>
* Ex Chiesa di San Domenico - Auditorium di San Domenico
<small>La Gazzetta di Foligno - 1988/89 - articoli di Federica Ferretti</small>
* Monastero di Sant'Anna
<small>La cronaca del Trecento italiano - Carlo Ciucciovino </small>
* Monastero di Santa Lucia
<small>Le arti e le lettere alla Corte dei Trinci - Don Michele Faloci Pulignani</small>
* Monastero di Santa Maria di Betlem
<small>Le concessioni del Cardinale Giovanni Vitelleschi al Comune di Foligno - Don Michele Faloci Pulignani</small>
* Oratorio del Crocefisso
<small>Novella cinquantesima quinta - Novelle - Matteo Bandello - Firenze - 1832 - Tipografia Borghi e compagni</small>
* Oratorio della Misericordia
<small>Prima edizione a stampa della Divina Commedia – Studi II - Piero Lai</small>
* Oratorio della Nunziatella
<small>Storia del Comune di Spoleto dal Secolo XII al XVII – Achille Sansi – Stabilimento di P. Sgariglia – Foligno - 1879</small>
<small>Una contrastata impresa di Giacomo Trinci abate di Sassovivo (1412-1440) - Mario Sensi</small>
<small>Vita del Beato Paolo, detto Paoluccio, de' Trinci da Fuligno - – Lodovico Jacobilli - 1627 – Agostino Alteri – Foligno </small>
<small>Vite de’ Santi e Beati di Foligno – Lodovico Jacobilli – Agostino Alteri – Foligno - 1628</small>
<small>[http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale Wikipedia] per le note e le varie voci.</small>
<small>[http://www.protrevi.com/protrevi/manent.asp Pro Trevi – Famiglia Manenti]</small>
<small>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/90820 Santi e Beati]</small>
<small>[http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-elmi_%28Dizionario-Biografico%29/ Enciclopedia Treccani Online]</small>
<small>[http://www.wikideep.it/cat/trinci/ WikiDeep]</small>
<small>http://www.beatangelinadimarsciano.it/Paoluccio.htm</small>
<small>https://www.santosepolcrofolignoonlus.it/</small>
</poem>
</div>
</div>
== Voci Correlate ==
 
=== Architetture civili ===
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<small><DynamicPageList>
* Palazzo Comunale
category = I_Trinci
* Palazzo Trinci
mode = unordered
* Palazzo del Podestà
ordermethod = sortkey
* Palazzo delle Canoniche
order = ascending
* Palazzo delle Logge
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* Palazzo Alleori-Ubaldi
</small>
* Palazzo Barnabò alle Conce
* Palazzo Barugi-Meloni
* Palazzo Brunetti-Candiotti
* Palazzo Cantagalli
* Palazzo Cibo-Nocchi
* Palazzo Deli
* Palazzo Giusti-Orfini
* Palazzo Lezi-Marchetti
* Palazzo Orfini
* Palazzo Pesci-Maiolica
* Palazzo Pierantoni
* Palazzo Piermarini
* Palazzo Varini
* Parco dei Canapè
</div>
</div>
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<br>
 
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|<small>'''Chiesa di San Paolo'''</small>
|<small>'''Abbazia di Sassovivo'''</small>
|<small>'''Ponte della Liberazione'''</small>
|<small>'''Le Conce'''</small>
|<small>'''S.M. del Suffragio'''</small>
|<small>'''Parco dei Canapè'''</small>
|<small>'''Statua dell'Alunno'''</small>
|}
<br>


[[Categoria:I Trinci]]
[[Categoria:Foligno]]

Versione attuale delle 21:50, 5 nov 2021

Foligno (Fulginia, Fulginium o Fulginiae in latino, Fuligno in dialetto folignate) è la terza città dell'Umbria, è situata a 234 m. sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere. Il comune di Foligno si trova in provincia di Perugia e conta 55.609[1] abitanti. La città di Foligno è il centro commerciale e industriale più ricco e importante della Valle Umbra e, per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione. Patrono della città è San Feliciano, compatrona la Madonna del Pianto. Nel 1997 la città è stata colpita, insieme ad una vasta zona lungo il confine tra Umbria e Marche, da un prolungato sciame sismico che ha seriamente danneggiato la città e le frazioni di montagna. La successiva ricostruzione, seguita da una lunga e complessa opera di riqualificazione del centro urbano, hanno fatto per lunghi anni di Foligno un cantiere a cielo aperto. Nonostante gli innumerevoli disagi, è opinione comune che Foligno oggi sia più bella che mai.


Foligno
Localizzazione

Comune di Foligno Provincia di Perugia Regione Umbria Italia

Amministrazione

Sindaco: Stefano Zuccarini
Indirizzo Municipio: Piazza della Repubblica,10
Sito istituzionale: https://www.comune.foligno.pg.it/

Territorio

Coordinate: 42° 56' 42,00 N - 12° 42' 7,20 E
Altitudine: 234 m s.l.m. (min 195 - max 1.250)
Superficie: 264,67 Km2
Abitanti: 57.146
Densità: 215,92 ab/Km2
Frazioni: Vedi elenco

Informazioni generali

Denominazione abitanti: Folignati (singolare: Folignate)
Patrono: S. Feliciano Vescovo e Martire
Giorno festivo: 24 gennaio
Codice Postale: 06034
Prefisso Telefonico: 0742
Codice ISTAT: 054018
Codice Catastale: D653

Reti di comuni

Città del Bio Città del Miele Città dell'Olio Patto dei Sindaci

Gemellaggi

La Louvière (Belgio), dal 1996
Gemona del Friuli, dal 2001
Shibukawa (Giappone), dal 2000

Posizione

Il territorio comunale è prevalentemente montano, mentre la città capoluogo si trova completamente in pianura. Il centro abitato più elevato in altitudine è la frazione di Curasci, che si trova a 1.016 m s.l.m., mentre il più basso è la frazione di Budino, posto a 196 m s.l.m.
Da un punto di vista idrografico la maggior parte del territorio comunale è nel bacino del Tevere, quindi sul versante tirrenico della dorsale appenninica, mentre una parte, gli Altopiani di Colfiorito, è collocata sul versante adriatico. Tutto il territorio comunale si trova in zona ad elevato rischio sismico, secondo la classificazione prevista dal P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003, in “zona 1” con “rischio catastrofico”.

Il clima del capoluogo e della pianura circostante è di tipo sub continentale, con inverni freddi e abbastanza umidi. Le estati sono calde e molte volte afose con diversi temporali, soprattutto in Giugno. In inverno ci sono spesso giorni con nebbia. La media di Gennaio, il mese più freddo, è di circa 5,3°, con frequenti gelate. Molto pronunciato è il fenomeno dell'inversione termica[2]. L'autunno è tiepido ed è la stagione più piovosa dell'anno. La primavera è più fredda dell'autunno, con frequenti e dannose gelate tardive. Il clima della montagna è invece quello tipico dell'Appennino Centrale, di tipo sub-alpino continentale: inverni molto freddi, con abbondanti precipitazioni nevose e venti da Nord-Est, primavere incerte (sull'altopiano di Colfiorito non sono rare le nevicate anche a fine Marzo od Aprile inoltrato) e piovose, estati fresche, ideali per la villeggiatura, autunni anch'essi piovosi e che qualche volta sono un vero e proprio anticipo d'inverno.

La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell'Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui si alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti. Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, a oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere lo spartiacque appenninico, nella zona di grande interesse naturalistico denominata Altopiano di Colfiorito.

Dal centro della città si snodano quattro vie principali, una delle quali attraversa Porta Romana, ed è quella che porta a Roma; un'altra da Porta Firenze conduce in Toscana, la terza da Porta Ancona, a una certa distanza dalla città, si divide in due, conducendo quella di destra a Civitanova e quella di sinistra ad Ancona o in Romagna, la quarta per la piazza di San Domenico è la Porta Todi o di Santa Maria e conduce a Todi. La forma ovale di Foligno, ormai persa nella ragnatela della periferia, è percepibile dalle colline che la circondano scendendo da Montefalco o lungo la vallata del Menotre. Viali alberati conducono dai quattro punti cardinali alle porte unite dal tessuto ancora percepibile delle mura medievali.

Il centro storico-monumentale della città si svolge attorno alle contigue piazze della Repubblica e del Duomo. La prima è un vasto spazio regolare, contraddistinto dalla sapiente composizione di edifici di stile e forma diversi. Al romanico prospetto del fianco laterale del Duomo si contrappone il prospetto neoclassico della facciata rifatta del Palazzo Comunale, a sua volta affiancata dal cinquecentesco Palazzo Orfini e dal quattrocentesco Palazzo Pretorio. Conclude la rassegna il Palazzo Trinci, opera che risale alla fine del Trecento, rifatto nel XIX secolo secondo schemi neoclassici e oggi sede del Museo Archeologico, della Pinacoteca Civica e della Biblioteca comunale. Piazza del Duomo è invece dominata dalla maestosa presenza della Chiesa, il cui impianto originale è del XII secolo. Venne poi radicalmente riplasmato nel Rinascimento e nel Settecento, su un disegno del Vanvitelli eseguito dal Piermarini. All'aspetto rappresentativo del centro, richiamato dall'edilizia nobile di diversi palazzi urbani, si contrappone il caratteristico ambiente del quartiere medievale e degli antichi borghi: in particolare, la minuta rete di vicoli del quartiere delle Poelle e i resti delle antiche fortificazioni sul lungofiume, tra cui la torre dei Cinque Cantoni. In posizione periferica rispetto al centro storico, in piazza San Domenico, sorge la chiesa di Santa Maria Infraportas che risale all'epoca romanica. L'edificio è preceduto da un portico su colonne originali ed è dotato di una massiccia torre campanaria quadrilatera.


Panorama di Foligno


La città è attualmente suddivisa in dieci Rioni, superstiti degli originari diciassette da cui era composta nel Medio Evo. Fra suddivisioni ed accorpamenti, ai primi dell'Ottocento i Rioni arrivarono ad essere venti, poi ridotti agli attuali dieci nel 1946, anno della riesumazione della Giostra della Quintana.

Vedi pagina dedicata: Rioni di Foligno

Cartografia

Dintorni

Foligno è posta verso la metà di quella vasta pianura che si estende da Perugia a Spoleto. Questa pianura è fertilissima e le ultime pendici dei monti, che la circondano da ogni parte, sono coperte di viti e di olivi, in mezzo ai quali spuntano numerosi gruppi di case, numerose ville e innumerevoli casolari. Il Chiascio, il Topino, e il celebratissimo Clitunno, solcano e fecondano questa bella pianura che numerose città, affacciantisi sulle pendici dei monti circostanti, circondano e abbelliscono. A nord di Foligno, su di un colle ricco di olivi, spunta la vicina e antica Spello, ricca di memorie romane. A est di Foligno, Bevagna, l'antica Mevania, e a sud di questa, Montefalco, posta in superba posizione, da cui si domina gran parte dell'Umbria: a sud di Foligno, Trevi, l'antica Trebis, e alquanto più lontano l'alta Spoleto che in sé compendia tanta parte della storia medioevale d'Italia. Dal lato Est, inoltrandosi nell'Appennino attraverso la Flaminia e la Val di Chienti, si incontrano Valtopina, Nocera Umbra, Sellano ed infine le Marche.

Comuni limitrofi

Elenco dei comuni limitrofi a Foligno ordinati per distanza crescente, calcolata in linea d'area dal centro urbano.

COMUNI CONFINANTI (O DI PRIMA CORONA) DISTANZA
SPELLO 6,3 km
MONTEFALCO 7,3 km
BEVAGNA 7,6 km
TREVI 8,4 km
VALTOPINA 13,2 km
SELLANO 19,4 km
NOCERA UMBRA 19,9 km
SERRAVALLE DI CHIENTI (MC) 24,9 km
VISSO (MC) 31,5 km
COMUNI CAPOLUOGO DELL'UMBRIA
PERUGIA 31,0 km
TERNI 42,1 km
ALTRE CITTA' ITALIANE
ROMA 116,4 km
PESCARA 134,6 km
FIRENZE 150,2 km
BOLOGNA 204,9 km
NAPOLI 265,7 km
VENEZIA 279,1 km
GENOVA 346,7 km
MILANO 397,5 km
BARI 398,4 km
REGGIO CALABRIA 592,9 km


Montefalco Nocera Umbra Perugia Sellano Serravalle di Chienti Spello Terni Trevi Valtopina Visso


Località e Frazioni

Elenco Frazioni e Località del Comune di Foligno, con l'indicazione della distanza dalla città e l'altitudine sul livello del mare.
(Clicca su [Espandi] per visualizzare)

Località o Frazione Km da Foligno Mt. s.l.m.
1 Abbazia di Sassovivo 9 575,8
2 Acqua Santo Stefano 19 926,6
3 Afrile 17 850
4 Aghi 12 450
5 Ali 27 939,8
6 Altolina 8,4 290
7 Annifo 33 874
8 Arvello 32,5 825
9 Ascolano 18 625
10 Barri 15 693
11 Belfiore 6 295
12 Borgarella 24 858
13 Borroni 2 220
14 Budino 8 196
15 Camino 24,4 825
16 Cancellara 6 436
17 Cancelli 17 902
18 Cantagalli 7 208
19 Capannaccio 4,3
20 Capodacqua 13 371
21 Caposomigiale 29,5 924
22 Cappuccini 4 321,6
23 Cariè 37 906,4
24 Carpello 2,5 324
25 Casa del Prete 7 207
26 Casa Pacico 19,5 429
27 Casale del Leure 31 806
28 Casale della Macchia 28 810
29 Casale di Morro 21 830
30 Casale di Scopoli 15 840
31 Cascito 17 920
32 Casco dell'Acqua 8 210
33 Casenove 16 570
34 Casette di Cupigliolo 25 791
35 Casevecchie 6 208
36 Cassignano 35 740
37 Castello di Morro 21,5 883,9
38 Castretto 16,5 604
39 Cavallara 31 861
40 Cave 3 218
41 Cerritello 20,3 824
42 Chieve 21 655
43 Cifo 18 675
44 Civitella 19 940
45 Colfiorito 27 760
46 Collazzolo 20,9 781
47 Colle di Verchiano 23 818
48 Colle San Giovanni 7 375
49 Colle San Lorenzo 6 447
50 Colle Scandolaro 4,5 345
51 Collelungo 14 696
52 Collenibbio 26 975
53 Colpernaco 3 295
54 Colpersico 5 402
55 Corvia 2 218
56 Costa di Arvello 28 813
57 Crescenti 21 782
58 Croce di Roccafranca 24,8 1050
59 Croce di Verchiano 21 794
60 Cupacci 12 636
61 Cupigliolo 25 856
62 Cupoli 19,5 820
63 Curasci 27 1016
64 Fiamenga 4,5 212
65 Fondi 34 936
66 Forcatura 30 850
67 Fraia 28 819
68 Hoffmann 3 242
69 La Franca 17 794
70 La Spiazza 16 573
71 La Valle 5,5 426
72 Leggiana 14,5 550
73 Liè 7 420
74 Maceratola 3,5 215
75 Maestà di Colfornaro 12 460
76 Madonna delle Grazie 20 675
77 Montarone 22 824
78 Morro 21 868
79 Navello 3,5 259
80 Orchi 17 485
81 Paciana
82 Palarne 31 876
83 Pale 9,5 480
84 Pallailla - I Santi 17,3 618
85 Perticani 3 218
86 Pescara I° 3 355
87 Pescara II° 3,5 361
88 Pieve Fanonica 10,5 327
89 Pisenti 16,5 792
90 Poggiarello 11,5 451
91 Polveragna 32 830
92 Ponte San Lazzaro 26 701
93 Ponte Santa Lucia 10,5 494
94 Pontecentesimo 9,5 325
95 Popola 25 852
96 Rasiglia 19 636
97 Ravignano 8,5 510
98 Rio 17 740
99 Roccafranca 28 802
100 Roviglieto 8 706
101 San Bartolomeo 2,8 360
102 San Giovanni Profiamma 4 264
103 San Sebastiano 3,6
104 San Vittore 7 337
105 Sant'Eraclio 3 232
106 Santo Stefano dei Piccioni 6 355
107 Scafali 4 213
108 Scandolaro 6 452
109 Scanzano 5 265
110 Scopoli 12 532
111 Seggio 19 916
112 Serra Alta 5,3 450
113 Serra Bassa 5,1 425
114 Serrone 16,5 580,6
115 Sostino 11 659
116 Sterpete 2 220
117 Tenne 2,4 212
118 Tesina 15 710
119 Tito 38 860
120 Torre di Montefalco 7 208
121 Treggio 5 400
122 Uppello 3 382
123 Vallupo 21 930
124 Vegnole 5 400
125 Verchiano 22 775
126 Vescia 4 265
127 Vionica 20,5 769
128 Volperino 21 850


Sassovivo Annifo Belfiore Capodacqua Casenove Colfiorito Leggiana Pale Rasiglia
Rio San Bartolomeo San Giovanni Profiamma Sant'Eraclio Scopoli Torre di Montefalco Treggio Verchiano Volperino


Cenni di Storia

L'origine protostorica di Foligno risale all'epoca umbra preromana, essendo stata la città fondata dagli "Umbri Fulginates”. La Fulginia umbra (città preromana la cui fondazione risalirebbe al X secolo a.C. e di cui si hanno memorie precedenti al 500 a.C.), poi Fulginium romana, situata alla biforcazione (diverticulum) dell'antica via Flaminia (che qui si divideva in due rami) e allo sbocco del fiume Topino (l'antico Supunna umbro o Tinia romano) a fondovalle, ha lasciato alla città moderna l'impianto di strade rettilinee che si incrociano perpendicolarmente. Le strade sono in rapporto con quattro ponti romani tuttora esistenti sull'antico corso del fiume Topino. Dal 258 a.C. fu Prefettura e Municipio, dal 254 a.C., iscritto alla tribù Cornelia ed ebbe notevole importanza durante l'epoca imperiale. Nel 476 fu assoggettata da Odoacre e poi dai Goti dal 493 al 550.

Successivamente appartenne ai Longobardi che la annessero al Ducato di Spoleto e poi ai Franchi. Appartenne al Ducato di Spoleto fino al 1198, quando fu annessa allo Stato Pontificio, da papa Innocenzo III. Nel 1255 iniziò il periodo comunale e fu assoggettata prima all'Impero e poi ai Trinci fino al 1439. Durante la prima metà del XIII secolo, fatta eccezione per il breve periodo (1237-1239) in cui si alleò con Todi, Gubbio e soprattutto con la potentissima e guelfa Perugia, Foligno fu saldamente fedele all'Impero. Sempre unico baluardo ghibellino in Umbria (escluso il periodo dei Trinci), nel XIII secolo si scontrò in quattro cruente guerre con la vicina guelfa Perugia. La prima fu combattuta tra il 1248 e il 1251, la seconda nel 1254, la terza tra il 1282 e il 1283 e la quarta tra il 1288 e il 1289. Le prime tre furono vinte dai folignati, nell'ultima ebbe invece la meglio Perugia che estese la propria sfera di influenza a Foligno. Secondo lo storico Jean-Claude Maire Vigueur, "Grundman sostiene addirittura che una vittoria di Foligno avrebbe aperto la strada in Umbria per un tipo di sviluppo economico, politico e culturale del tutto diverso, mentre la dominazione di Perugia ha fatto di essa il Mezzogiorno dell'Italia centrale, dedito principalmente alle attività agricole e subordinato, dal punto di vista commerciale e finanziario, agli uomini d'affari toscani...". La fazione ghibellina, sempre più potente fino alla morte di Federico II, fu poi soppiantata da quella guelfa nel 1254, ma nel 1268 troviamo la città nuovamente ghibellina governata da Ansaldo di Filippo degli Anastasi. Nel 1305, sconfitto Corrado degli Anastasi, con la nomina di Nallo Trinci a Gonfaloniere di Giustizia, ovvero Capitano di parte Guelfa e Capitano del Popolo, per Foligno iniziò un lungo periodo di governo signorile che terminò nel 1439 con la cacciata di Corrado Trinci per mano del cardinale Giovanni Vitelleschi, incaricato da papa Eugenio IV "de reductione communis et hominum civitatis Fulginei ad obedientiam et gremium Ecclesiae". Nel Trecento e nei primi decenni del Quattrocento, sotto la signoria guelfa dei Trinci (alleati di Perugia), Foligno estese i propri confini fino all'Abruzzo. Fu questa un'epoca di notevole sviluppo economico per la città, con l'affermazione di manifatture legate alla lavorazione del legno, della carta, dei filati, della ceramica e di alcuni metalli (fra cui oro e argento). A Foligno si svolgeva anticamente (dal 20 maggio al 20 luglio di ogni anno dal 1425 e fino al 1816) una nota fiera, denominata “Fiera dei Soprastanti”, alla quale accorrevano mercanti da tutta Europa.

Con il ritorno del dominio del Papa, Foligno tornò ad essere amministrata da magistrature comunali, anche se la loro autonomia fu più nominale che sostanziale. Proprio in quegli anni, infatti, lo Stato della Chiesa iniziò la sua riorganizzazione amministrativa e politica in modo da poter meglio controllare le periferie. I forti contrasti, sorti dopo il 1439, tra la fazione popolare e quella nobiliare terminarono nel 1460 con l'esclusione, concessa da papa Pio II all'aristocrazia cittadina, del ceto popolare dal consiglio comunale. Da allora Foligno ebbe una delle forme oligarchiche più rigide dello Stato Pontificio. Foligno è stata sempre fornitrice ufficiale di canapa dello Stato Pontificio, con la quale venivano realizzate soprattutto corde per campane. Le principali coltivazioni di canapa si sviluppavano nella zona ovest della città, in corrispondenza delle attuali Fiamenga e Budino. La città sotto lo Stato Pontificio, ne ha condiviso le sorti fino alla sua incorporazione nel Regno d'Italia.

Durante la seconda guerra mondiale fu sede di un importante aeroporto, di caserme, di scuole militari e di industrie belliche (in particolare aeronautiche). Subì per questo numerosissimi bombardamenti angloamericani che la distrussero per circa l'80%, e a tal riguardo, la città fu poi insignita di medaglia d'argento. Nella storia della città si sono susseguiti numerosi terremoti anche di entità catastrofica: il più recente, di magnitudo 6.1, risale al 26 settembre 1997. Il sisma, con epicentro nella frazione di Annifo, causò molti danni alla città: furono maggiormente colpite, oltre ad Annifo, le altre frazioni montane, tra cui quella di Colfiorito, poiché più vicine all'epicentro rispetto al centro città. La scossa principale fu seguita da uno sciame sismico che si protrasse per quasi un anno. La scossa delle 17:23 del 14 ottobre 1997, di magnitudo 5.5, con epicentro tra Sellano e Preci, causò il crollo della lanterna del Palazzo Comunale, chiamata erroneamente anche “torrino": la scossa si verificò durante un sopralluogo dei vigili del fuoco che cercavano di mettere in sicurezza la torre e fu ripresa in diretta TV. Il 14 ottobre 2007, con una festosa cerimonia pubblica in piazza della Repubblica, si è inaugurato il completamento del restauro della parte terminale (sovrastruttura a forma di lanterna) della torre civica del Palazzo Comunale, dopo il crollo avvenuto esattamente 10 anni prima. Fra il 2008 e il 2014, nell'ambito del P.I.R. (piano integrato di recupero), il centro storico viene ripavimentato e riqualificato: vengono rifatte ex novo la rete fognaria, la rete idrica, la rete del gas metano, la rete elettrica e la rete telefonica.

Onorificenze

La città di Foligno è stata decorata con la Medaglia d'argento al Valor Civile.

Sopportava con fiero comportamento ripetuti bombardamenti che arrecavano gravi distruzioni agli impianti ed ai fabbricati e numerose perdite di vite umane.
Partecipava con intrepido coraggio alla lotta per la liberazione, offrendo alla resurrezione della patria un largo tributo di sangue dei suoi figli migliori.

A conferire il riconoscimento, il 16 gennaio 1961, fu il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, che lo consegnò all'allora sindaco di Foligno, Italo Fittajoli.

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

  • Abbazia di Sassovivo
  • Basilica di Santa Maria Infraportas
  • Cattedrale di San Feliciano
  • Chiesa del Corpo di Cristo, detta di Betlem
  • Chiesa del Santissimo Salvatore
  • Chiesa di Santa Caterina
  • Chiesa di Santa Maria di Pistia
  • Chiesa di Santa Maria in Campis
  • Chiesa di San Francesco
  • Chiesa di San Giacomo
  • Chiesa di San Nicolò
  • Chiesa di San Paolo Apostolo
  • Ex Chiesa della Santissima Trinità in Annunziata
  • Ex Chiesa di San Domenico - Auditorium di San Domenico
  • Monastero di Sant'Anna
  • Monastero di Santa Lucia
  • Monastero di Santa Maria di Betlem
  • Oratorio del Crocefisso
  • Oratorio della Misericordia
  • Oratorio della Nunziatella

Architetture civili

  • Palazzo Comunale
  • Palazzo Trinci
  • Palazzo del Podestà
  • Palazzo delle Canoniche
  • Palazzo delle Logge
  • Palazzo Alleori-Ubaldi
  • Palazzo Barnabò alle Conce
  • Palazzo Barugi-Meloni
  • Palazzo Brunetti-Candiotti
  • Palazzo Cantagalli
  • Palazzo Cibo-Nocchi
  • Palazzo Deli
  • Palazzo Giusti-Orfini
  • Palazzo Lezi-Marchetti
  • Palazzo Orfini
  • Palazzo Pesci-Maiolica
  • Palazzo Pierantoni
  • Palazzo Piermarini
  • Palazzo Varini
  • Parco dei Canapè


Parco dei Canapè Piazza Don Minzoni Via Gramsci Via XX settembre Palazzo Comunale Cattedrale e Canoniche Palazzo delle Canoniche Ponte sospeso Piazza San Domenico Statua di Garibaldi
Piazza San Francesco Chiesa di San Paolo Abbazia di Sassovivo Ponte della Liberazione Le Conce S.M. del Suffragio Parco dei Canapè Statua dell'Alunno


  1. Al 1° gennaio 2020
  2. Sommariamente: l'aria a contatto con il terreno al calar del sole si raffredda molto rapidamente, raggiungendo temperature inferiori rispetto a quella degli strati atmosferici sovrastanti, col risultato che la temperatura risulta più bassa in pianura che in montagna.