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! style="background: #FFCC00;"| '''Genealogia di Corrado I di Nallo de' Trinci, III° Signore di Foligno'''
Paolo Trinci (Foligno, 1309 - Foligno, 17 settembre 1391) fu l'istitutore della riforma dell’osservanza di San Francesco, nominata degli Zoccolanti. Figlio di Vagnozio Trinci e Ottavia Orsini, Nallo II Trinci era suo nonno, Corrado I e Ugolino II suoi zii, Trincia e Corrado II suoi cugini. Nato nel 1309, a soli quattordici anni, nel 1323, fu inviato con suo fratello Francesco al convento di  San Francesco in Foligno. Nonostante fosse nato nella famiglia dei signori di Foligno, era molto umile e semplice, tanto che per umiltà volle restare sempre un fratello laico. Nei documenti è descritto come "''homo ydiota (cioè senza lettere, illetterato), semplice e laico''" ed era detto "''Paoluccio''", secondo alcuni per la sua semplicità, secondo altri per la giovane età nella quale era entrato in monastero, secondo altri ancora per la sua bassa statura, e il soprannome l’accompagnò per tutta la vita. Si vestiva di abiti poveri, osservava il digiuno, si dedicava ai lavori più umili e mendicava in nome del Convento di casa in casa; nonostante ciò rendeva lodi e grazie a Dio, guadagnandosi fin da subito la stima e l’affetto degli altri religiosi.
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[[Categoria:I Trinci]]
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Versione delle 20:53, 15 ott 2021

Paolo Trinci (Foligno, 1309 - Foligno, 17 settembre 1391) fu l'istitutore della riforma dell’osservanza di San Francesco, nominata degli Zoccolanti. Figlio di Vagnozio Trinci e Ottavia Orsini, Nallo II Trinci era suo nonno, Corrado I e Ugolino II suoi zii, Trincia e Corrado II suoi cugini. Nato nel 1309, a soli quattordici anni, nel 1323, fu inviato con suo fratello Francesco al convento di San Francesco in Foligno. Nonostante fosse nato nella famiglia dei signori di Foligno, era molto umile e semplice, tanto che per umiltà volle restare sempre un fratello laico. Nei documenti è descritto come "homo ydiota (cioè senza lettere, illetterato), semplice e laico" ed era detto "Paoluccio", secondo alcuni per la sua semplicità, secondo altri per la giovane età nella quale era entrato in monastero, secondo altri ancora per la sua bassa statura, e il soprannome l’accompagnò per tutta la vita. Si vestiva di abiti poveri, osservava il digiuno, si dedicava ai lavori più umili e mendicava in nome del Convento di casa in casa; nonostante ciò rendeva lodi e grazie a Dio, guadagnandosi fin da subito la stima e l’affetto degli altri religiosi.