Utente:Postmaster/sandbox

Da WikiFoligno.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

La Riesumazione

Nel 1946, volendo celebrare gli 80[1] anni di vita del sodalizio, la “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai, agricoltori ed altri cittadini di Foligno”, decise di far risorgere, tra le antiche tradizioni della Città, quella dell’Autunno Folignate, da svolgersi in occasione della rituale Fiera di Settembre. Emilio De Pasquale[2], "assiduo frequentatore della documentazione storica cittadina", già segretario di Monsignor Faloci, suggerì al segretario Feliciano Cecchini di inserire, tra le manifestazioni celebrative dell’80° anniversario della Società, la riesumazione di un antico torneo cavalleresco di cui gli presentò gli atti storici: la corsa alla Quintana effettuata in Foligno il 10 Febbraio del 1613, in occasione del Carnevale, descritta in ogni particolare dal cancelliere di quel tempo, Ettore Tesorieri. Le motivazioni che indussero le persone facenti parte del sodalizio, tra le quali anche cultori della storia della città, ad aderire con slancio alla proposta non furono dettate solo dal proposito iniziale, né da una chiara coscienza storico-rievocativa, che tuttavia venne sempre meglio delineandosi nel corso del tempo; tutti ne intuirono la dimensione, ma videro soprattutto la possibilità di ritrovare in quell’evento festivo un’occasione di raccordo e di armonia tra tutta la popolazione, nelle mura di una città provata e devastata dagli eventi bellici dell’ultimo conflitto mondiale. Nella riunione del Consiglio di Amministrazione della Società del 23 Giugno 1946, al punto 3 dell’Ordine del Giorno, venne stabilito che “la Giostra dell’Inquintana” sarebbe stata inserita tra le manifestazioni e si dette incarico al segretario di avviare i contatti con i rappresentanti delle banche ed i cittadini più facoltosi, allo scopo di assicurare adeguata copertura finanziaria. Il 23 Giugno 1946 è quindi ufficialmente la data di nascita della Giostra della Quintana nell’era moderna. Nel poco tempo a disposizione, venne creato il primo Comitato Centrale ed il primo Agosto fu dato a mezzo stampa l’annuncio ufficiale della manifestazione, che si sarebbe svolta Domenica 14 Settembre, preceduta dal Corteo Storico del Sabato sera.

Sulla Gazzetta di Foligno del 10 Agosto 1946 apparve questo articolo:

L’organizzazione aveva poco più di un mese per reclutare i Cavalieri ed i figuranti, suddividerli nei dieci Rioni, stilare un programma della manifestazione con un cerimoniale ed un regolamento della corsa, e dare infine inizio a quella che sarebbe diventata una tradizione. Vennero coinvolti i giovani del San Carlo che, entusiasticamente, si prestarono a partecipare come figuranti, mentre il neonato Comitato Centrale lavorava febbrilmente per delineare lo svolgimento della manifestazione. Ovviamente non tutto fu fatto e non tutto fu fatto bene, ma la manifestazione riuscì “meravigliosa e superiore ad ogni aspettativa” e, per preparare l’edizione successiva, stavolta c’era un intero anno a disposizione.


Ente Autonomo Giostra della Quintana

Le prime due edizioni della Giostra della Quintana vennero organizzate dalla Società Operaia di Mutuo Soccorso; dal 1948 si costituì l’Ente Autonomo Giostra della Quintana che venne legalmente riconosciuto nel 1952 come Ente Morale non lucrativo. In linea di massima, la struttura generale dell’Ente Giostra attuale, non si discosta molto da quella che era negli anni 50; si sono delineati con più precisione scopi, incarichi e modalità elettive in conformità con i tempi. L’ultimo Statuto dell’Ente Giostra è datato 2009 e prevede le figure del Presidente[3] e del Vicepresidente, un Consiglio Direttivo, un Collegio Sindacale, un Comitato Centrale, composto dai Priori delle 10 contrade e responsabile delle Commissioni Artistica, Tecnica ed Elettorale ed un Comitato Scientifico, per lo studio e la conoscenza del periodo storico di riferimento. L’organo plenipotenziario con potere incondizionato di controllo e disciplina su tutte le precedenti figure è il Consiglio dei Cento, composto dai Priori e dai Consiglieri dei 10 Rioni, in numero massimo di 15 per ogni Rione, e da una rappresentanza, di diritto, del Comune di Foligno. Negli anni ’50 era un Comitato d’Onore, composto da personalità di spicco della società folignate, ad assolvere questa funzione. Sotto di esso c’era il Comitato Centrale, composto dai Priori, il Consiglio Direttivo, con Presidente e Vicepresidente ed altri membri, la Commissione Tecnica ed il Collegio dei Sindaci Revisori. Copia dello Statuto è scaricabile presso il sito ufficiale dell’Ente Giostra.


Data di svolgimento

Dal 1946 al 1978, salvo eccezioni, la Giostra della Quintana si è svolta ogni seconda Domenica di Settembre, preceduta dal Corteo Storico del Sabato sera. In questo periodo, la Giostra della Quintana di Foligno è stata chiamata per due volte a Roma per le manifestazioni collaterali delle Olimpiadi (1960 – Circo Massimo) e dei Campionati Europei di Atletica (1974 - Piazza di Siena).

Dal 1979 al 1999, salvo eccezioni, si sono svolte due Giostre, denominate Sfida e Rivincita, la seconda e terza Domenica di Settembre, con il Corteo Storico al Sabato antecedente la Giostra della Sfida. Il 14 Giugno 1992 si è svolta un'edizione speciale della Giostra della Quintana, legata alla Lotteria Nazionale. L'abbinamento della Giostra con la Lotteria Nazionale si è ripetuta anche nel 1996, il 13 Luglio, e nel 1997, il 12 Luglio.

Dal 2000 ad oggi, sempre salvo eccezioni, si svolgono due Giostre, una a metà Giugno, di Sabato sera, preceduta dal Corteo Storico il Venerdì, l’altra a metà Settembre, di Domenica pomeriggio, preceduta dal Corteo Storico il Sabato.


Il Campo de li Giochi

Il Campo de li Giochi

L’impianto di via Nazario Sauro, oggi intitolato ai due grandi della Quintana, Marcello Formica e Paolo Giusti, venne completato nel 1929, anno VII dell’era fascista, ed inaugurato l’anno successivo come Stadio del Littorio. Nel 1936 venne intitolato a Dandolo Gramellini, folignate che cadde in combattimento durante la "guerra di Spagna". Dopo la Liberazione divenne semplicemente Stadio Comunale e scomparve il busto dedicato a Gramellini che si trovava all'ingresso. Durante la lettura del Bando, veniva chiamato “Campo de li Giochi” fin dal 1946, ma è solo di recente che ha assunto questa denominazione in via ufficiale. Fino al 1983, anno in cui venne completato il nuovo Stadio Comunale in loc. Santo Pietro, oggi dedicato ad Enzo Blasone, la Quintana ha condiviso l’uso del campo con il Foligno Calcio, ragion per cui i cavalli dovevano galoppare sull’erba e su un terreno facilmente allentabile dalle piogge, causa di numerose e a volte drammatiche cadute. Nonostante il trasferimento del Foligno Calcio nel nuovo impianto, l’uso promiscuo del vecchio stadio proseguirà fino alla fine degli anni '90 per l’utilizzo del campo da parte di squadre minori. Conseguito finalmente l’uso esclusivo del terreno per la Giostra della Quintana, si sono potute apportare importanti modifiche al circuito di gara: la pista è in terra battuta, sopraelevata rispetto al resto del campo e con le curve leggermente paraboliche, condizioni che hanno permesso di raggiungere tempi di Giostra mai registrati prima e di limitare notevolmente le cadute, che erano invece frequenti negli anni precedenti.[4]




Il Bando di Giostra

Il Bando ai Cittadini, compilato con stile dell’epoca dall’avvocato Giuseppe Mancini, venne letto la sera di sabato 14 settembre 1946, prima dell’inizio del Corteo Storico.

"Nobili et illustrissimi messeri et magnifiche madonne e voi tutti popolo di Foligno, che in cittade vivete o fuor di mura, per le verdi contrade e le montagne tutte, udite!
Al campo delli giochi scendono armati d'antica lancia, a dorso di focoso destriero, i dieci cavalier di nostra gente, che in gara d'honore e di virtude, alla vittoria per sé e per lor rione drizzan la galoppante corsa! Non patir danno in singolar tenzone, ma sfida aperta al simulacro di guerra, che li padri nostri antiqui costrussero e chiamarono Quintana!
L'honor de la vittoria al cavalier cui benigna sarà Fortuna e buona destrezza aiuterà al cimento: non solo honore, ma anco segno di meritato premio e al suo Rione il Palio cittadino e nel tempo la fama di tanta conquista!
Udite o cittadini!
Dieci rioni in gran tenzone: ciascuno a un cavalier affida e a un bizzarro destriero la propria sorte; e voi incitate a gran voce gridando per l'uomo vostro; lo quale volitando incalza destino e bendata fortuna l'anello infilando nella man di Marte, che assicura vittoria a chi la merita!
Udite o cittadini, ed accorrete!
Non l'un contro l'altro, ma tutti in gara, ognun per sé, e la volontade di vittoria in tutti!
Voi dei Pugilli e del rion La Spada, voi che abitate il Rion de la Mora e degli Ammanniti; o che dei corruschi color vi esaltate del Morlupo e de la Croce Bianca; voi che lo stendardo amate o dei Giotti o di Badia, o che vivete in Cassero o in Rion di Contrastanga!
Tutti al campo delli giochi a rituffar nei secoli le menti esacerbate e rinnovate trarle dalla tenzone della virtude e dell'honore!"

Nel 1947 venne redatto, sempre dall’avvocato Mancini, un altro Bando; nel 1948 venne scelto un altro testo ancora, ma l’anno successivo venne ripreso il Bando del 1947 che è quello riproposto ogni anno fino ad oggi, seppur con delle minime modifiche.

Bando sopra la pubblica Giostra da porsi in Fuligno

Il Banditore di Giostra, messer Claudio Pesaresi

Madonne e Messeri che in Foligno vivete,
o dentro le mura o fuor per le campagne amene, udite!
Dame superbe in preziosi broccati
coi lor sorrisi alle genti intorno,
e scintillar di lance e di cruenti sproni
e saettar di focosi destrieri
e lor nitrire nel divorar lo spazio
e gran virtute dei cavalieri eletti;
e nembi di polve e volitar di piume
e grida e gioia et urla di Vittoria,
ecco vi attendono al Campo de li Giochi,
nel corruscar del vespro settembrino![5]
Ecco tra Voi rinnovellata torna la tenzone
della virtute e de l'honore
che in premio porge al più bravo, tra i bravi
de cavalieri vostri in campo,
prezioso palio e sorriso di Madonna illustre.
Qual dè Rioni appagherà il desio
di tor di mano al Cavalier di Croce Bianca[6]
il lauro cinto in ultima tenzone?
Ciascun de cavalieri nel maneggiar di lancia
alla corsa furente di veloce destriero
l'arma sua drizza alla desiata vittoria.
E ciascun di Voi ha il cavaliere eletto,
cui Fortuna e Valore
daranno il vanto di altissimo honore.
Tutti accorrete e rimirate i prodi!
Tutti scendete ne le Piazze,
ne le Vie e nel Campo de li Giochi!
E fate festa a cavalieri vostri!
Tutte accorrete, o genti dei Rioni,
tutte accorrete a gioir di Vittoria,
anco se arride altrui,
che la concordia e l'amor de la Cittade tutta,
son pur vittoria e bella e grande!!!




Agli inizi era il Maestro di Campo a dare lettura del Bando, sia prima del Corteo che prima dell’inizio della Giostra. Poi per qualche anno fu il Sindaco della Città ad assumersi tale incombenza finchè, nel 1984, il compito passò a chi spettava di diritto, ovvero al Banditore, figura che esisteva nel ‘600 e che viene, da oltre 25 anni, impareggiabilmente interpretata da Claudio Pesaresi[7]


Il Corteo Storico

A differenza della Giostra, il Corteo non è una replica o una rivisitazione di un evento svoltosi nel '600, ma si tratta di un elemento introdotto nel 1946 come presentazione al pubblico della manifestazione dal punto di vista scenico e spettacolare. In esso confluiscono costumi e bandiere, Dame e Cavalieri, cavalli e carri, tamburini, trombettieri e sbandieratori e tutti quegli elementi che contribuiscono a rappresentare uno spaccato della realtà dell'epoca, in una scenografia di addobbi, luminarie e colori, che fanno calare il pubblico nell'atmosfera seicentesca. Il primo Corteo Storico, del 14 Settembre 1946, era composto da circa 90 personaggi in costume: [...] "da Palazzo Trinci si snoda il corteo dei dieci Rioni: Tamburini in testa, seguiti dal Maestro di Campo, dai Capitani del Popolo e dai dieci rappresentanti dei Rioni, partecipanti alla Giostra, a cavallo, guidati da un Palafreniere. A chiudere il carro trionfale, dove in piedi ed in perfetto costume del tempo, sono i Trombettieri e le dieci Dame dei Rioni con le lance che all’indomani avrebbero dovuto consegnare ciascuna al proprio Cavaliere prima della corsa ed il Palio destinato in premio al Rione vincente." Precedentemente, a mezzo stampa o con manifesti affissi in Città, i cittadini residenti lungo le vie del percorso del Corteo, vennero pregati di "addobbare le finestre ed i balconi, possibilmente illuminandoli con fiaccole o lampioncini". Si prescriveva inoltre di "tenere sgombre le strade del percorso da veicoli od altro e di mantenersi sui marciapiedi o lungo i muri, evitando intralci al procedere del Corteo." La composizione del Corteo era molto diversa da quella che siamo abituati a vedere oggi; anch'essa ha subito modifiche e variazioni, sia per quanto riguarda la composizione dei singoli Rioni, l'ordine di sfilata ed il numero di figuranti, che per quanto riguarda l'attinenza dei costumi al periodo storico di riferimento. Non era infatti inusuale, nei primi anni, vedere capi d'abbigliamento di periodi storici diversi anche addosso ad uno stesso figurante. Nel 1949 viene istituita una Commissione per valutare l’insieme storico, artistico e disciplinare, ovvero l’aderenza dei costumi al periodo storico, la disciplina, la disinvoltura e la marzialità dei figuranti: “Il Corteo non è né un funerale, né un gregge, né una mascherata carnevalesca; ma va inteso nel suo senso storico”, si legge nel testo del regolamento Artistico. La stragrande maggioranza dei costumi venivano affittati a Roma, a Cinecittà o nei teatri della Capitale, e spesso la foggia non corrispondeva al periodo storico di riferimento, ed abbracciava vari secoli prima e dopo il ‘600. La severità nei giudizi della Commissione Storico-Artistica ha senz’altro prodotto nel tempo ottimi risultati; oggi, infatti, c'è una grande attenzione riguardo il confezionamento dei costumi che si attengono rigorosamente al periodo storico, ovvero ad un periodo in cui Foligno era parte dello Stato Pontificio ed in cui era forte l'influenza spagnola; oggi ogni Rione ha la sua sartoria e i costumi sono tutti di proprietà. Per quanto riguarda il Corteo, attualmente è disciplinato da un Regolamento che stabilisce, entro una certa tolleranza, la composizione e la struttura delle rappresentanze rionali: Apre il Gruppo Politico, ovvero il Priore con il Consiglio e il suo seguito di valletti. Segue il Gruppo Nobiliare, nel quale figurano gentiluomini, le Dame e la Dama di Giostra, con il seguito di paggi e valletti. Il Gruppo Equestre è determinato dalla presenza del Cavaliere di giostra con il suo padrino, il portalancia, il portanome ed altri cavalieri di scorta. Ogni Rione esibisce una compagine di tamburini e di trombettieri. L’Alfiere rionale, in genere, apre tutto il gruppo, che può essere anche preceduto dal porta-targhe, dove sono raffigurati gli stemmi di ciascun Rione. Dopo la lettura del Bando, il Corteo, governato dai Cerimonieri del Comitato Centrale con la collaborazione di quelli rionali percorre le strade cittadine, secondo un itinerario ben preciso, lungo il quale sono disseminati archi trionfali e luminarie particolari. Sono circa un migliaio le persone che in costume danno vita a questo momento così spettacolare e così ricco di suoni e di colori. Di particolare rilevanza è la presenza obbligatoria nel Corteo del Comitato Centrale, che è anche detto undicesimo Rione, non competitivo. Per essere più precisi, la definizione Comitato Centrale riguarda il Corpo di Magistrature al completo di tutti i membri di diritto e designati. Ma i Priori rionali sfilano con il proprio Rione, quindi, nell’ambito del Corteo, appare in pubblico il Direttivo dell'Ente, formato da Presidente, vice-Presidente e i dieci magistrati del Consiglio, e gli altri appartenenti ad esso, secondo quanto stabilisce la normativa. In questo Gruppo sono presenti il Gonfalone della città e dell’Ente ed una Rappresentanza delle Pubbliche Istituzioni, cioè il Sindaco ed alcuni assessori. Anche il Comitato Centrale è accompagnato dalla compagine di tamburini, di trombettieri e di altro personale nobiliare e subalterno. L'ordine di sfilata dei Rioni è stabilito in base al piazzamento nella Giostra precedente.


Galleria foto Corteo Storico


Regolamento di Giostra

Nel corso degli anni, il Regolamento di Giostra ha subito diverse modifiche, alcune minori, altre di maggior impatto, dettate perlopiù dalla necessità di adeguamento alle nuove situazioni man mano che si presentavano. Ad esempio, le prime Giostre si correvano su una pista ovale e la Statua era posta sotto la tribuna. La modifica del tracciato, da un ovale ad un “8”, si deve, più che alla volontà di aumentare la difficoltà, all’accoglimento delle proteste del pubblico che per la gran parte non riusciva a vedere il momento dell’infilzamento dell’anello. Si è anche dovuto tener conto della crescente bravura dei Cavalieri, delle nuove tecnologie e dei vari ricorsi che sono stati presentati nel corso degli anni contro un Regolamento che lasciava spazio ad interpretazioni. Il primo regolamento tecnico era molto scarno:

1) I tre giri del percorso devono essere percorsi nel tempo massimo di 2’30’’. 2) Per ogni anello infilato al galoppo e lasciato cadere a terra, oltre il limite prescritto (bandierina n.4) vengono assegnati punti 30. 3) I Cavalieri a parità di punteggio, ripeteranno la gara, con anelli di diametro inferiore; verificandosi ancora la parità di punteggio si terrà conto del minor tempo impegnato. Penalità: 1) Per ogni minuto secondo impiegato in più del tempo massimo, penalità: punti 0.50 2) Caduta della lancia, penalità: Fuori Gara 3) Caduta del Cavallo e del Cavaliere, penalità: punti 15 4) Caduta del solo Cavaliere, penalità: punti 30 5) Caduta di qualsiasi oggetto di vestiario e rottura di bardature in genere, verificatesi durante il percorso, penalità: punti 10 6) Il Cavaliere deve effettuare il percorso entro la pista; ogni scarto dalla pista, penalità: punti 10 7) Lo scarto dalla pista per più di 3 volte, penalità: Eliminazione 8) Si terrà conto con modalità che verranno ulteriormente diramate dall’assetto, compostezza e disciplina del Cavaliere. Per la validità del percorso è tassativamente prescritto di compiere evoluzioni all’esterno degli appositi segnali (bandierine) girando da sinistra rispetto alla direzione del percorso.

Come già detto, la pista era un ovale e, rispetto ad oggi, numerose altre erano le differenze: le bandierine erano solo 4, che bisognava lasciarsi a sinistra nelle curve del percorso, gli anelli erano “nudi”, ovvero non avevano il pennacchio bicolore che presentano oggi, inoltre il loro diametro interno era “forfettario”, le misure non erano specificate nel Regolamento (cosa che avverrà solo nel 1975). C’era una tornata eliminatoria ed uno spareggio ed il tempo contava solo nello spareggio, con una precisione al quinto di secondo; contavano gli anelli lasciati cadere a terra dopo il traguardo, particolare che in seguito verrà rivisto con buone ragioni. Nel 1948, la voce 8 delle penalità viene sostituita con: “L’intero tragitto dovrà essere percorso al galoppo. Un momentaneo arresto al trotto, per vizio del Cavallo (a giudizio della Giuria) e non per volontà del Cavaliere, sarà esente da penalità.” Viene ritoccato anche il regolamento tecnico, in considerazione dell’aggiunta delle bandierine lungo il percorso e dei nastri che adornano gli anelli: vengono introdotti 10 punti di penalità per l’abbattimento di una bandierina e l’eliminazione per l’abbattimento di 3 o più bandierine; inoltre “catturare” l’anello per i nastri anziché infilandolo viene considerato nullo. Infine, non viene più fatta distinzione sui motivi che portano all’interruzione del galoppo, ma si assegnano 15 punti di penalità in ogni caso. Si specifica che, per ragioni organizzative, il percorso non può variare dalla forma ad “ellisse”; questa era in pratica una risposta alle proteste degli spettatori per la scarsa visibilità. Si evidenzia che il verdetto della giuria è inappellabile, ma questo non eviterà clamorose proteste, come vedremo in seguito. Nel 1950, contrariamente a quanto esposto l’anno precedente, il percorso diventa un 8, con la statua posta al centro del campo. Nel 1952, per la prima volta, due binomi ottengono lo stesso punteggio e lo stesso tempo nella tornata di spareggio: (1’50’’ e 2/5). Si rende necessaria una terza tornata che vinse Remigio Cinti dello Spada, davanti a Cruciano Giusti del Contrastanga. Nel 1953 il Regolamento inizia a farsi più corposo; si specifica che il percorso ha la forma di un “8”, si abbassa il tempo massimo a 2’20’’ e si stabilisce che gli anelli infilati dovranno essere trattenuti sulla lancia e presentati alla Giuria al termine del percorso; l’errore di percorso rettificato costerà 10 punti di penalità, mentre in caso di non rettifica c’è l’eliminazione. Nel 1958 i margini della pista sono contrassegnati da bandierine, il cui abbattimento o danneggiamento costano penalità al Cavaliere. Nel frattempo la terza tornata è diventata abituale, stante la crescente bravura dei Cavalieri di Giostra. Il diametro interno degli anelli verrà indicato con precisione in occasione della Giostra del 1975: le misure dovranno essere esattamente 11, 9 e 6,5 cm. Inoltre, anche se non era mai stato espressamente indicato nel Regolamento, la corsa prevedeva di percorrere una diagonale a vuoto per giungere all’arrivo dalla stessa direzione da cui si era svolta la partenza; dal 1975 questa diagonale viene abolita ed il Cavaliere può dirigersi verso l’arrivo, dalla direzione opposta rispetto alla partenza, subito dopo il terzo anello. Il lento abbassamento dei tempi, che aveva portato i Cavalieri migliori a compiere il giro in 1’15’’2°° (record del 1973; il tempo inizia ad essere cronometrato anche con i centesimi di secondo) subirà un repentino abbassamento: è infatti del 1979 il primo record di pista inferiore al minuto: 59’’55°° di Mario Giacomoni dell’Ammanniti. Dal 1980 si prende in considerazione il tempo complessivo delle tre tornate per stabilire il vincitore e non più il solo tempo dell’ultima. L’ultima modifica al Regolamento è del 2008 quando, vista l’abilità dei Cavalieri che ormai non sbagliavano più il primo anello, si decise di restringerli ad 8, 6 e 5 cm di diametro interno. Il percorso si sviluppa per una lunghezza di 754 metri, su una pista delimitata da 44 bandierine, e si compone di un ovale e due diagonali da percorrere al galoppo; ad ogni tornata bisogna infilare con una lancia i tre anelli appesi al braccio della Statua della Quintana, posizionata al centro del Campo. Questo è il regolamento attuale:

  • Il tracciato del percorso ha la forma di un “otto”. Nel percorrerlo il Cavaliere deve lasciare le bandierine segnalinee all'interno del Campo.
  • Il percorso deve essere coperto nel tempo massimo che viene ricavato dalla media dei tempi delle prove ufficiali.
  • Il percorso deve essere fatto al galoppo.
  • Il Cavaliere che in qualsiasi punto del percorso interromperà il galoppo, verrà penalizzato con punti 15.
  • Per ogni anello, che per essere valido deve essere infilato al galoppo, sono assegnati 30 punti.
  • Il Cavaliere dovrà trattenere sulla lancia gli anelli infilati e presentarli alla Giuria al termine del percorso.
  • Il punteggio sarà assegnato in base agli anelli presentati.
  • A parità di punteggio i Cavalieri ripetono la gara con tre anelli di diametro inferiore (centimetri 6) Ancora a parità di punteggio i Cavalieri ripeteranno la gara con anelli di diametro inferiore (centimetri 5). Verificandosi ancora parità di punteggio, la somma del tempo impiegato complessivamente determinerà la classifica. Da sottolineare che nella prima tornata gli anelli hanno un diametro di otto centimetri.
  • Per errore di percorso non rettificato: eliminazione.
  • Per errore di percorso rettificato: penalità 10 punti.
  • Per abbattimento di bandierine segnalinee: penalità 10 punti.
  • Per abbattimento di più di tre bandierine: eliminazione.
  • Per ogni minuto impiegato in più del tempo massimo: penalità 5 punti.
  • Caduta della lancia: eliminazione dalla gara. Caduta del cavaliere: penalità 15 punti.
  • Caduta del cavallo e del cavaliere: penalità punti 10.
  • Caduta di qualsiasi oggetto di vestiario e di bardatura: penalità 5 punti.
  • Al termine della gara, dopo la classifica, sarà consegnato il Palio al Cavaliere vincente.
  1. In qualche testo è riportato come l'85° anniversario, ma una copia del documento originale, pubblicata in uno dei testi che fanno parte della Bibliografia, specifica senza ombra di dubbio che si tratta dell'80°.
  2. In alcuni testi è citato come Emilio De Pasquali
  3. L'attuale Presidente è Domenico Metelli.
  4. L’artefice di questa opera è Marco Cardinali, presidente della Commissione Tecnica dal 2000.
  5. Nell’edizione di Giugno la frase diventa “nel corruscar dell’aere vespertino!”
  6. Ad ogni lettura del Bando si sostituisce il nome del Rione con quello del vincitore dell’ultima edizione.
  7. Claudio Pesaresi, attore, regista e rappresentante legale della compagnia teatrale “Al Castello” di Foligno, con sede in S.Eraclio.