La prima Giostra della Quintana dell'era moderna

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Domenica 15 settembre 1946, ore 16:00
I rintocchi della Campana del Comune richiamano la folla sulla piazza e per le vie.
Il corteo entra nel campo sportivo agli ordini del Maestro di Campo, Mario Rossi, e dei due Capitani del Popolo: Francesco Ciri e Alvaro Bellucci.
Dopo un giro d'onore tra i frenetici applausi dell'enorme folla, il Maestro di Campo dà solennemente inizio alla Giostra.

Iniziò così l'avventura della Giostra della Quintana nell'era moderna.

La prima Giostra

I Cavalieri scesero in campo, ricevendo la lancia dalle mani della propria dama, nel seguente ordine:

Rione Arme Finto Nome Cavaliere Dama
Agostino Ronci Virginia Ceccarelli
Alberto Moretti Adriana Bastianelli
Bruno Salvatori Alma Gnaldi
Giovanni Gregori Maria Cecchini
GianLivio Sorbi Marisa Rossi
Sisto Leonardi Maria Salvati
Vinicio Talevi Tina Marini
Alviero Cirocchi Marisa Vitali
Osvaldo Minestrini Marilè Mascaretti
Giuseppe Gregori Franca Catarinelli

Cronaca

Dopo aver riverito il pubblico, il Cavaliere, chiamato a gran voce dal Maestro di Campo, si portava presso il carro trionfale e, salutata la sua Dama, secondo il costume di quei tempi, riceveva dalle mani di quest'ultima la lancia e quindi si appressava al punto di partenza.
Al segnale del rullio dei tamburi e degli squilli di trombe, dopo aver bene speronato il cavallo, il Cavaliere iniziava la corsa e compiva il percorso in tre giri di pista.
La Giostra consiste nel saper infilare, di galoppo la lancia, che tiene in resta, nel cerchio di ferro, che sostiene la Quintana nel braccio destro e di non farlo cadere prima dei quattro metri, a partire da dove è fissata la statua.
Ogni anello infilato vale 30 punti. Se durante il percorso il Cavaliere perde o il cappello, la spada, il mantello, per quella volta non acquista punteggio, anche se ha infilato bene.
Sia la caduta della lancia o del Cavaliere comporta la squalifica. Ritornando alla Giostra diremo che dopo tutte le prove dei singoli Cavalieri, il punteggio massimo era stato conseguito, a pari merito, dal "Fedele" di Croce Bianca e da "l'Ardito" del Badia. La giuria tecnica stabilì le eliminatorie.
Vincitore della nobilissima gara riuscì il Cavalier Fedele, Gian Livio Sorbi, della Croce Bianca.
Un uragano di applausi accolse il vincitore, che appressatosi alla sua graziosa Dama, ricevette dalle mani trepidanti di madonna Marisa Rossi il segno "del meritato premio".
Con il Palio nella destra, il vincitore fece il giro d'onore intorno al campo fra gli evviva e gli applausi della folla delirante.
Al secondo giro si accodarono gli altri nove cavalieri che, lancia nella destra in resta, compirono una brillante carica, degna dei Moschettieri di Richelieu.

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